GiraSole – soggetto – terzo atto

È il momento di chiusura della Stireria. Floriana e Corrado sistemano le ultime cose. Michelangelo parla di Luca. Ha saputo che voleva partire. Corrado è brusco, vuole andare a casa. Floriana è ipnotizzata, ha voglia di parlare. Sono venuti due testimoni in giacca e cravatta della Comune Blu Indaco. Hanno parlato con Luca. Luca da allora è cambiato. Non sapevo che la madre fosse il Fondatore. Non parlava più con me. Cinzia mi disse che voleva partire. Per sempre.

In Tribunale Michelangelo raccoglie tutte le sue cose in una scatola di cartone. È l’ultimo giorno del suo contratto a tempo determinato.

Viene convocato dal magistrato. Teme di esser stato scoperto per la sottrazione del libro mastro. In realtà deve solo firmare dei documenti.

Recupera da un vassoio tutte le monete che ha messo da parte e le sistema in una busta trasparente. Con la scatola in grembo si allontana senza salutare nessuno. Colleghi, avvocati, segretarie lo guardano perplessi.

La scatola diventa quella verde che Michelangelo consegna ogni settimana a Carmine. Il Boss è stregato da Michelangelo oppure finge per avere le informazioni del Tribunale. Offre una birra. Michelangelo gli dice della Comune Blu Indaco. Carmine ammette che Luca l’aveva convinto a finanziarla. La loro sede di Trapani era vicino a una pista aerea segreta che il Sistema voleva utilizzare per far arrivare i carichi dall’Africa. Non ho tolto un capello a Luca.

Sul bagnasciuga Michelangelo corre per calmare il respiro sempre più affannoso. Di spalle vede la donna misteriosa. La segue. Si ritrova alla grotta. Buio.

Dal lato opposto della grotta Luca continuando a correre, si dirige all’accampamento vicino al mare. I testimoni in giacca e cravatta controllano. Luca passa senza problemi. L’accampamento ha un tendone centrale a mo’ di circo che in realtà e il loro punto d’incontro quotidiano. Nell’accampamento tutti hanno gli occhi bassi e ci sono personaggi strambi, vestiti in modo eccentrico. Luca raggiunge una roulotte. Incontra il Fondatore. È al buio, respiro affannoso, ha un respiratore, parla facendo brevi pause. Tu sei mio figlio. Il successore di questa Comune. La Comune si basa sul volersi bene. Io sono sempre stato collegato a te. Tu lo sai. Siamo in sintonia. Io sono alla fine del mio viaggio. Li hai visti, loro dipendono da me. Non possiamo abbandonarli. Tu prenderai la guida. Io scomparirò. I tuoi malanni spariranno. Non puoi sottrarti. È tutto scritto. Altrimenti scomparirai anche tu. La Comune si disperderà. L’odio prenderà il sopravvento.

Michelangelo attraversa il parco. È notte. I girasoli hanno la testa verso il basso. Dal suolo le lucciole salgono verso il cielo e spariscono. Michelangelo è sfiorato dalle lucciole e si allontana velocemente.

Bussa alla casa di Cinzia. Ora vuole delle risposte. Le chiede perché non è stata vicino a Luca; perché lo ha fatto andare da solo alla Comune. Io gli volevo bene. Lui diceva che il problema era proprio quello. Voler bene significa possedere. Significa volere a disposizione le persone quando se ne ha bisogno. Significa volerle avere solo per sé. Significa avere paura di essere abbandonati. Significa dipendere dagli altri. Significa basare i rapporti su “Do ut des”, “Ti do perché tu mi dia”. Luca non voleva nulla di tutto questo. Luca voleva amare. Amare significa donarsi senza aspettarsi nulla in cambio. Rimasi sconvolta. Senza parole. La condivisione che Luca mi chiedeva era senza condizione. Mi faceva paura. Avrei dovuto rinunciare al mio mondo. Ad essere me stessa. Non ero disposta a condividere senza avere nulla in cambio.

Ti rendi conto che gli hai detto di non saper amare? Di non voler amare. Per questo voleva andare via per sempre.

Michelangelo corre per le strade. Cerca di calmare gli acufeni, di dare un ritmo al respiro affannoso. Di spalle sembra, a volte, Luca. Incrocia la signora che ha vinto l’ambo, il disabile che circola con la sua moto carrozzina, i due ragazzi che si erano accoltellati, il gestore del ristorante del cuore che sistema le scorte e la lunga fila di poveri felici per una giornata da re. Ora Luca ripercorre di corsa la stessa strada all’inverso e incrocia le stesse persone, ma la lunga fila di poveri si giocano il posto in fila in cambio di mercimonio delle carni, il gestore ammassa scorte di scarsa qualità e si intasca il denaro risparmiato, i due ragazzi fanno giochi sadomaso, il disabile in carrozzina lavora per Carmine e consegna droga, la signora dell’ambo si gioca tutto al Bingo.

Michelangelo corre sul bagnasciuga. Sempre più veloce. Alla fine della banchina si tuffa in acqua. La donna misteriosa lo osserva.

Nel parco Michelangelo incrocia Corrado seduto ad una panchina a fumare. Michelangelo lo affronta. Hai usato Luca. Per i tuoi traffici con Carmine. Era la vostra gallina dalle uova d’oro. Come hai provato a fare con me. Ma il ragazzo vi ha smascherato e voleva partire. Non voleva più vedervi. E tu hai chiesto a Carmine di aiutarti a fermarlo. Corrado si difende. Nega. Confessa. Michelangelo si allontana. Alle sue spalle Corrado sulla panchina ha un violento malore.

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