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IN NOME DI GIANCARLO

l’assassinio Siani

Premio Cinema Democratico 1987 per il miglior soggetto inedito

 

 

sceneggiatura

 di Maurizio Fiume

 Ó giugno 1987 Maurizio Fiume

**************************
      

         

SCENA I.

STRADA TORRE ANNUNZIATA. ESTERNO. GIORNO.

 

DETTAGLIO: Una mano penzolante sulla quale scorre un rivolo di sangue. La MdP lentamente CARRELLA INDIETRO e scopre il corpo esanime di un trentenne. Il corpo è riverso sul sedile di guida: capo all'indietro e bocca aperta dalla quale cola del sangue. NOTA: Questa prima sequenza ha un taglio giornalistico. Non stupisce lo spettatore che sembra assistere ad una consueta sequenza del Telegiornale.

(cont. CARRELLO INDIETRO) Il petto è martoriato da colpi di mitra. L'auto è una ALFASUD di colore nero ed è posteggiata tra due auto al ciglio di un marciapiede. Due poliziotti sono intorno all'auto: prendono misure e rilievi d'uso. Piu' in la' sull'asfalto un altro poliziotto circoscrive con del gesso una sgommata di moto, residui di una cartuccia di mitra e schegge del parabrezza dell'ALFASUD.

 

(Mormorio della gente).

 

Intorno alla zona due vigili urbani impediscono alla gente di avvicinarsi. Una ragazza bruna si dispera, consolata da tre donne.

I vigili lasciano passare due signori: uno è il Capitano Starace, l'altro è Giancarlo, un giovanotto sui ventitre anni, alto, bruno, capelli lisci, occhiali cerchiati, pullover girocollo e giacca. Segue il Capitano un po' intimidito.

CAPITANO STARACE

Sempre la solita storia. Litigano tra le "famiglie" e cominciano le vendette trasversali.

 

Il Capitano Starace rivolge lo sguardo verso la giovane donna che si dispera.

C.V. da Starace: i gesti di disperazione della donna, i tentativi di calmarla delle tre donne.

P.P. il volto contratto dal pianto incontrollato della donna.

CAPITANO STARACE

A volte mi domando fino a che punto sono coinvolte anche le loro mogli. Lei, Giancarlo, non se lo domanda?

GIANCARLO

Bè ... veramente è da poco che mi occupo di cronaca.

CAPITANO STARACE

Ah si', è un novizio. Da quando lavora a IL MATTINO?

GIANCARLO

Ho avuto questo incarico da pochi giorni.

CAPITANO STARACE

Sicchè Torre Annunziata è il suo primo incarico?!

Bene! ... imparera' tante cose nuove in questa citta'.

 

Il Capitano rivolge il suo sguardo all'ALFASUD dell'assassinato.

CAPITANO STARACE

Cominciamo da questa. Mi segua.

 

Si dirige verso l'ALFASUD. Giancarlo lo segue poco convinto.

Il Capitano è vicino alla ALFASUD. I poliziotti intorno all'auto coprono il cadavere. Starace li sposta e mostra il cadavere a Giancarlo.

 

CAPITANO STARACE

Dica la verita', non ha mai visto roba del genere.

 

C.V. da Giancarlo: il corpo martoriato dell'assassinato. E' la prima volta che Giancarlo vede da vicino e dal vero un assassinato. Attraverso i suoi occhi questa inquadratura che è uguale a quella vista in CARRELLO INDIETRO all'inizio della scena, qui ci appare crudamente iperealistica in contrapposizione con la sequenza iniziale che era di taglio

 giornalistico (quindi consueta).

 

GIANCARLO (deciso)

No, Capitano.

 

Giancarlo cerca di non dare a vedere il senso di disgusto che quel corpo trucidato gli infonde. Ma non puo' fare a meno di degludire. Distoglie lo sguardo dal cadavere e si rivolge al Capitano.

 

GIANCARLO

Devo telefonare in redazione. Dov'è che trovo un telefono?

Il Capitano gli indica un BAR poco lontano.

 

CAPITANO STARACE

Provi li'.

 

Giancarlo con finta disinvoltura si allontana mentre il Capitano parla con i suoi agenti. Poi si rivolge a Giancarlo, che di spalle, sta avviandosi verso il cordone di persone che si trova intorno alla zona dell'assassinio.

 

CAPITANO STARACE

Mi raccomando Giancarlo, scriva tutto. Lo faccia sapere anche al suo Direttore cosa succede quaggiu'.

 

Giancarlo, sempre di spalle, alza una mano in segno di assenso e supera il cordone di persone.

E' scovolto. Degludisce in continuazione. A passo svelto si dirige verso il BAR.


 

SCENA II.

BAR - TOILETTE. INTERNO. GIORNO.

 

Un ragazzino dietro il bancone sta lavando le stoviglie. Giancarlo gli chiede qualcosa. Questi gli indica una porta.

STACCO

La porta vista dall'interno si apre ed entra Giancarlo che si precipita verso il lavandino. Si piega su di esso e vomita.

P.A. Giancarlo apre il rubinetto e pulisce il lavandino con il getto d'acqua. Si piega di nuovo su di esso e si sciacqua il mento.

Si toglie gli occhiali appannati e li depone sulla mensola dello specchio. Si sciacqua il viso. Si asciuga con dei fazzolettini di carta.

Si ricompone guardandosi allo specchio.

C.V. da Giancarlo: il suo volto riflesso nello specchio. Ha un pessimo aspetto e un sorriso ironico lo peggiora.

 

GIANCARLO

E tu vorresti fare il giornalista?


 

SCENA III.

REDAZIONE DI CASTELLAMMARE DE "IL MATTINO". INTERNO. GIORNO.

 

Alla scrivania al centro della redazione è seduto il caporedattore, che parla con una persona in piedi davanti a lui.

Entra Giancarlo e si avvicina alla scrivania del caporedattore. Dapprima saluta il signore in piedi.

 

GIANCARLO

Buongiorno. Ciao Capo. Sono stato a Torre Annunziata e ho le notizie su quell'omicidio.

 

CAPOREDATTORE

Bene ... hai saputo qualcosa d'interessante?

 

Giancarlo fruga nelle sue tasche e tira fuori delle foto che porge al Caporedattore.

 

GIANCARLO

Ah ... queste le ho avute dai Carabinieri.

 

Il Caporedattore neanche le guarda.

Giancarlo ha in mano il suo block-notes e lo sfoglia.

 

GIANCARLO

... dunque ... uhm ...

 

Riflette un attimo. Con le dita della mano destra si gratta i capelli della nuca, come a voler sollecitare il cervello a ricordare qualcosa.

 

GIANCARLO (continundo)

... niente di particolare. Pare che si tratti di una rappresaglia di un certo Clan degli Alfieri (da quello che ho intuito, molto noto a Torre) contro la NCO.

 

CAPOREDATTORE

Interessante. Ma tu del Clan degli Alfieri non sai nulla?

 

Giancarlo scuote la testa in segno di diniego.

 

CAPOREDATTORE

Sarebbe opportuno che ti documentassi un po'. Per ora sappi che gli Alfieri sono avversari del boss Gionta di Torre Annunziata, anche se entrambi sono della Nuova Famiglia.

 

GIANCARLO

Va bene ... Abbi pazienza ma mi devi dare un po' di tempo per ambientarmi ...

 

CAPOREDATTORE

Si', si' ... lo so ... anch'io ci sono passato ...

 

Il Caporedattore rivolge lo sguardo verso la persona in piedi.

 

CAPOREDATTORE

Toni' questo è il nostro nuovo acquisto: Giancarlo Siani.

 

Tonino e Giancarlo si stringono la mano affettuosamente. Giancarlo abbozza un sorriso di compiacimento.

Il Caporedattore guarda Giancarlo e indica Tonino con l'indice destro.

 

CAPOREDATTORE

Lui è l'altro componente la nostra redazione. Sono anni che lavoriamo insieme. Quando non ci sono, rivolgiti pure a lui.

 

TONINO

Di qualunque cosa puoi aver bisogno non fare cerimonie.

 

GIANCARLO

Grazie ... ne avro' bisogno!

 

Il Caporedattore comincia a dare un'occhiata alle foto che sono sul tavolo.

 

CAPOREDATTORE

Oltre a quest'omicidio, ci sono altre novita'?

 

GIANCARLO

No ... niente di importante: uno sciopero dei ragazzi dell'istituto professionale

... la protesta di un gruppo di terremotati sotto al Comune ... un gruppo di disoccupati della DALMINE che volevano essere ricevuti dal Sindaco.

 

CAPOREDATTORE

Va bè ... le solite cose ... Scrivimi solo il pezzo sull'omicidio.

 

GIANCARLO

D'accordo ... che misure?

 

CAPOREDATTORE

Bah ... 40 righe sono piu' che sufficienti; e poi abbiamo anche le foto.

 

Da' un'altra occhiata alle foto e ne prende una che mostra ai due.

 

CAPOREDATTORE

... questa! Questa va bene, vero Tonino ...

 

TONINO

Si', si ... va bene anche come misure.

 

Il Caporedattore indica a Giancarlo una piccola scrivania con la macchina da scrivere.

 

CAPOREDATTORE

Puoi usare quella macchina li ... quando è pronto l'articolo mettilo con questa foto in una busta e spediscilo fuori sacco a Napoli. Okay?

 

GIANCARLO

D'Accordo ...

 

Poi un po' impacciato ed intimidito aggiunge.

 

GIANCARLO

... anche se l'articolo devo prima scriverlo a penna. Non sono ancora abituato a scrivere direttamente a macchina.

 

Il Caporedattore sorride.

 

CAPOREDATTORE

Certo ... pero' dovrai imparare ... e presto!

 

Giancarlo fa un cenno di approvazione con la testa e va verso la scrivania.

 

CAPOREDATTORE

Ah ... oltre a sapere tutti i posti dove andare ogni giorno, è opportuno che tu ti segna pure i numeri di telefono. Cosi' durante il giorno ... una telefonata e via ...

 

Giancarlo si siede alla scrivania, appoggia sul tavolo il block-notes e si svuota le tasche.

 

GIANCARLO

Gia' fatto, grazie. A proposito volevo chiederti qualcosa del capitano Starace. Che tipo è?

 

Il Caporedattore lo guarda. Aggrotta la fronte e tira su le spalle.

 

CAPOREDATTORE

Bah ... è una brava persona. Perchè?

 

GIANCARLO

No, cosi' ... l'ho conosciuto stamattina. Ha voluto che vedessi il morto. Non è stato un bello spettacolo!

 

CAPOREDATTORE

Si', a volte è cosi' ... un po' impulsivo. Ma è nu bbrav'ommo. Un anno e mezzo fa' ci stava rimettendo pure la pelle. Ti ricordi, Toni', del caso Visone.

 

Tonino fa un cenno affermativo con il capo.

 

TONINO

Come non mi ricordo! Quella povera ragazza che passeggiava con le amiche ci rimase secca.

 

CAPOREDATTORE

Ci rimase secco pure il maresciallo D'Alessio. Da allora Starace è cosi' un impulsivo. Ma è sempre disponibile.

Piuttosto hai conosciuto anche qualche giornalista a Torre?

 

 

Giancarlo comincia a cercare la carta millimetrata, il correttore: apre i vari cassetti, cerca tra il portapenne e le vaschette portafogli.

 

GIANCARLO

... Si', solo al Comune. All'Ufficio Stampa c'è quel Cesaro.

 

CAPOREDATTORE

E' importante che conosci anche gli altri corrispondenti. Vicino al Comune c'è l'Ufficio del corrispondente dell'ANSA. C'ha pure un giornalino locale: TG COOPER. Vacci a nome mio. E' sempre disponibile. Ti ci troverai bene: è un ragazzo come te. Nu' bbravo guaglione. Se succede qualcosa a Torre, lui è il primo a saperlo.

 

Giancarlo annuisce. Da' una lettura agli appunti e prende la penna. Riflette un momento. Mette il foglio millimetrato in macchina. Da' un'altra occhiata agli appunti e poi lentamente comincia a battere l'articolo.

(ticchettio macchina da scrivere)


 

SCENA IV.

VAGONE CIRCUMVESUVIANA. INTERNO. POMERIGGIO.

Il treno è affollato di pendolari che tornano a Napoli.

Giancarlo è seduto vicino al finestrino. Ha una "mazzetta" di quotidiani sulle gambe e legge attendamente un periodico. Dalla testata leggiamo TG COOPER.

 


 

SCENA V.

REDAZIONE DI CASTELLAMMARE DE "IL MATTINO". INTERNO. GIORNO.

Giancarlo con la chiave apre la porta a vetri della redazione.

La donna delle pulizie gli va incontro.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Buongiorno.

 

GIANCARLO

Buongiorno, signora. Come va?

 

La donna lo guarda perplessa.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Chi siete? Com'è che avete le chiavi? Non vi ho mai visto!

 

Giancarlo si avvia verso la scrivania. Sorride alla donna.

 

GIANCARLO

Si', avete ragione ... non vi preoccupate ... sono uno nuovo.

 

 

DONNA DELLE PULIZIE

E si vede ...

 

La donna guarda il suo orologio da polso.

 

DONNA DELLE PULIZIE

... quando mai si è visto qualcuno a quest'ora!

 

La donna va verso l'attaccapanni, prende il soprabito e lo indossa.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Io, comunque, ho finito. Dovrei andar via ...

 

Si avvia verso la porta ma, poi, si ferma. Si volta e guarda Giancarlo.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Non so se posso lasciarvi solo ...

 

Giancarlo sorride ...

 

GIANCARLO

Signo'! ... non vi preoccupate. Devo solo fare una ricerca ... Non rubo nulla!

 

La donna prende delle buste di plastica da terra.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Bah ... voglio fidarmi!

 

Si gira di nuovo verso Giancarlo e lo guarda in faccia.

 

DONNA DELLE PULIZIE

... c'avete la faccia d'un bravo ragazzo ...

 

La donna apre la porta di vetro.

 

DONNA DELLE PULIZIE

Pero' questa (la porta) lasciatela aperta!

 

GIANCARLO (sorridente)

Va bene ... non vi preoccupate ... socchiudetela soltanto.

 

Rimasto solo, si guarda intorno come a voler cercare qualcosa. Nota un cassettone, si avvicina e apre il primo cassetto: è uno schedario a cartelle sospese. Sulle etichette ci sono dei numeri. Prende un cartella e la apre. Legge l'intestazione.

 

GIANCARLO

Bah ... come cavolo sono ordinate.

 

Lancia un'occhiata alla scrivania del caporedattore e nota una rubrica.

 

Va verso la scrivania, la prende e la sfoglia.

 

GIANCARLO

Ah ... ecco ... vediamo un po'. Ogni intestazione qui è in ordine alfabetico e vicino ogni nome c'è un numero. Quindi ... vediamo ... Bertone n. 18.

 

Giancarlo va verso lo schedario prende la cartella n. 18 e tira fuori una cartella. Sul frontespizio al centro c'è l'intestazione: BERTONE, in basso a sinistra c'è l'oggetto: SINDACO DI TORRE ANNUNZIATA.

 

GIANCARLO

Perfetto ... caspita! Questa si' che si chiama organizzazione.

 

Rimette a posto la pratica e riprende a consultare la rubrica.

 

GIANCARLO

E se io voglio sapere qualcosa su di un argomento. Vediamo ... a,b,c ... camorra ... Strano niente! Qui ci sono solo nomi.

 

Giancarlo da' un'altra occhiata alla scrivania del caporedattore ma non vi trova nulla.

Apre il secondo cassettone dello schedario.

 

GIANCARLO

Ah, ecco!

 

Le etichette delle cartelle sospese sono tutte intestate con dei nomi ... leggiamo: arresti, camorra, carabinieri, clan, comune, pretura ...

Giancarlo prende quello intestato Camorra e Clan. Va verso la scrivania dove il giorno prima aveva battuto l'articolo, tira fuori il suo block-notes e comincia a leggere e a prendere appunti.

STACCO

Entra una ragazza sui trent'anni, bruna, alta, simpatica.

 

RAGAZZA

Dove diavolo è il Capo?

 

La ragazza indica la scrivania.

Giancarlo quasi di soprassalto alza gli occhi dalla pratica che è ormai alla fine.

 

GIANCARLO

... eh? ... cosa? ... scusa ero distratto.

 

RAGAZZA

Me ne sono accorta! E tu chi sei?

 

Giancarlo si alza e le porge la mano.

 

GIANCARLO

Si ... certo. Sono Giancarlo. Collaboro al giornale.

 

RAGAZZA

Caspita! Finalmente si sono decisi a prendere qualcun altro. Ti hanno assunto? 

 

GIANCARLO

Magari! ... figurati? Mi pagano a pezzo.

 

La ragazza si siede sulla scrivania di Giancarlo, accavallando le gambe.

 

RAGAZZA

Ah, comunque, io sono Lella ... un'altra collaboratrice ...

 

Lella fa una smorfia come a voler fare una confidenza.

 

LELLA

... a me, pero', mi danno un fisso. Pensa un po' seicentomila lire al mese.

 

GIANCARLO

Beata te! ... Da quando che lavori qui.

 

LELLA

Da quando è stata creata questa redazione. Di che ti occupi, tu?

 

GIANCARLO

Di Torre Annunziata.

 

Lella fa una smorfia di imbarazzo.

 

LELLA

Ah ... qualche volta me ne sono occupata anch'io, ora spero di essermene liberata!

 

GIANCARLO

Perchè liberata?

 

LELLA

Troppo sangue ... non mi piace ... tutte quelle vendette tra clan. Sembra di stare a Chicago. Tu sei di Torre?

 

GIANCARLO

Nooo ... sono di Napoli, abito al Vomero.

 

LELLA:

E com'è che hai scelto Torre Annunziata?

 

GIANCARLO

Un amico mi ha detto che Torre non era coperta e che se ci provavo ...

 

LELLA

Io, invece, sono di Castellammare e mi ocupo solo di Castellammare e Pompei. Con Torre ho chiuso.

 

Giancarlo cerca di rimettere a posto le carte della pratica. Lella lo guarda, poi indica la scrivania del caporedattore.

 

LELLA

Com'è che il Capo non c'è. A quest'ora ancora deve venire?

 

GIANCARLO

Perchè è ancora presto. Che ore sono?

 

Giancarlo da un'occhiata al suo orologio.

 

GIANCARLO

Caspita! E' mezzogiorno. Sono gia' passate quattro ore. Devo correre a Torre.

LELLA

Cosa? Stai qui dalle otto! Ma sei impazzito? E a far che?

 

GIANCARLO

Beh ... a te posso dirlo. Io di Torre non so un acca. Fino all'altro ieri a stento sapevo che esisteva. Ho gia' fatto una figura di niente ieri. E cosi' mi sto documentando.

 

Lella da' una sbirciata alle pratiche sulla scrivania, prende qualche foglio: gli da' un'occhiata. Solleva il lembo della cartellina e legge l'intestazione.

 

LELLA

Certo che fai sul serio! Ma ci tieni proprio a sapere tante cose ...

 

Giancarlo la guarda perplesso.

 

GIANCARLO

Se no come faccio a scrivere un articolo su Torre. Mica posso scrivere cazzate!

 

LELLA

Bah ... gli altri le scrivono. Comunque io non me ne farei un problema. Anch'io quando ho cominciato a interessarmi di Torre non sapevo granchè. Pero' fai presto ad acquisire informazioni. In breve tempo, senza accorgemene, ero diventata una banca dati vivente.

 

GIANCARLO (spontaneo)

Beata te!

 

Lella lo guarda stupita.

 

LELLA

Beata! E' stato quando mi sono resa conto che ero una mina vagante che ho mollato Torre!

 

GIANCARLO (spontaneo)

Cos'hai paura?

 

LELLA

Ma forse tu non ti sei reso conto ... a Torre Annunziata non ti occupi mica di cronaca rosa e di ladri di pecore come a Vico Equense. A Torre c' è il giro grosso. Ci sono i boss. La camorra è finanche negli stipiti delle porte del Comune ...

 

GIANCARLO

Dai, non esagerare! E poi la camorra non è mica la Mafia! Tutt'a piu' si uccidono tra di loro.

 

LELLA

Sara' ... ma a me quando sono cominciate a venire in mente certi collegamenti, ho cominciato a non dormire ... e sono contenta di non occuparmene piu'.

 

Giancarlo prende le pratiche e va verso lo schedario. Le rimette a posto.

Guarda Lella.

C.V. da Giancarlo: PA Lella che sfoglia il suo block-notes.

Gli si avvicina.

 

GIANCARLO

Tu mi puoi essere utile ... Perchè non travasi in me la tua banca dati?

 

Lella fa un gesto  di stizza.

 

LELLA

Coosa? ... Ma sei impazzito? Io con Torre ho chiuso. Ho dimenticato tutto: chiaro!

 

Giancarlo cerca di calmarla. Si mette di fronte a Lella e le prende le mani ...

 

GIANCARLO

Ehi ... dai ... dicevo solo cosi' per dire! Mica volevo farti arrabbiare.

 

Lella solleva lo sguardo verso di lui.

 

GIANCARLO

... pero' qualche suggerimento me lo potresti dare. Non vuoi aiutare un giovane collega?

 

Lella sorride ...

 

LELLA

Sei proprio un bel tipo, eh?

 

GIANCARLO

Certo, cosa credevi.

 

LELLA

Sei simpatico, e anche ... carino!

 

Lella gli fa una carezza sulla guancia. Giancarlo, subito, le prende la mano e l'allontana dalla guancia.

 

 

GIANCARLO

Ah, ah ... adesso stai scantonando. Mi vuoi aiutare oppure no?

 

Lella scende dalla scrivania.

 

LELLA

D'accordo! Pero' dovrai offrirmi una cena.

 

Giancarlo, sorridente, annuisce. Lella si dirige verso un'altra stanza.

 

LELLA

Dunque, seguimi ... Cominciamo dall'archivio.


 

SCENA VI.

ARCHIVIO. INTERNO. GIORNO.

Lella prende un enorme volume.

 

LELLA

Vedi qui ci sono, in ordine cronologico, tutti i giornali rilegati.

Giancarlo aiuta Lella ad appoggiare il volume su un tavolo. Lella lo solleva una decina di centimetri e lo lascia cadere fragorosamente.

 

LELLA

Ogni volta che li prendi ti conviene sbatterli. Sono sempre pieni di polvere!

 

GIANCARLO

Si', d'accordo. Ma dai giornali non c'è granchè. E poi la Redazione di Castellammare è stata aperta solo a Marzo.

 

LELLA

Ed è qui che ti sbagli! Tu prova a consultare i giornali dal 1978 a oggi e vedrai che troverai piu' articoli su Torre di quanti tu possa immaginare.

 

GIANCARLO

Perchè dal 1978?

 

LELLA

Perchè dal 1978 comincia la grande crisi industriale di Torre Annunziata. Chiudono i pastifici, le grandi industrie dalla DALMINE alla DERIVER, all'ITALTUBI, alla IMEC ricorrono alla Cassa integrazione, il contrabbando delle sigarette va in crisi e la Camorra si riconverte. Ecco perchè dal "78!

 

Giancarlo sembra piu' interessato. Comincia a sfogliare il volume di giornali. Poi guarda gli scaffali di fronte a lui traboccanti di altri volumi.

 

GIANCARLO

Ma ci vorranno dei mesi per leggerli tutti! Io devo sapere subito qualcosa, almeno per grandi linee.

 

LELLA

Certo ... e secondo te, perchè mi hai invitato a cena?

 

Giancarlo rimette a posto il volume e si strofina le mani per lasciar cadere la polvere.

Guarda l'orologio.

 

GIANCARLO

Ora devo proprio scappare. Quand'è che ceniamo insieme?


 

SCENA VII.

TORRE ANNUNZIATA. ESTERNO. GIORNO.

(Musica)

 

Giancarlo attraversa la citta' da un capo all'altro a bordo della sua CITROEN MEHARI verde smeraldo. A STACCHI

- Entra in Pretura. Parla con un cancelliere.

- Comando Carabinieri. Parla prima con un brigadiere, poi ricopia dei nomi di arrestati.

- Sezione CGIL. Parla con il segretario.

- Comune-Ufficio Stampa. Parla con due persone addette all'Ufficio. Annota notizie.

- Sulla stessa strada dove si trova il Comune, Giancarlo si dirige verso un palazzo vicino. Legge il numero. Entra nell'atrio di un vecchio palazzo. Va verso la prima rampa di scale. Legge sulle cassette della posta i nomi. Si ferma sull'etichetta TG COOPER-periodico locale. Sale le scale. Bussa ad un campanello.

 

(Squillo campanello).

 


 

SCENA VIII.

REDAZIONE TG COOPER. INTERNO. GIORNO.

 

Il corrispondente ANSA di Torre Annunziata e direttore del mensile TG COOPER è un ragazzo non ancora trentenne, media altezza, magro.

E' vicino alla telescrivente che sta trasmettendo l'ultima notizia dell'Agenzia.

 

ANTONIO

Sicchè sei del Vomero.

 

GIANCARLO

E di Torre so pochino ...

 

ANTONIO

E cosa vuoi che ti dica? Ci vorrebbe una intera enciclopedia per conoscere Torre Annunziata.

 

Giancarlo si siede su una poltrona.

 

GIANCARLO

Io mi accontento di cominciare a capirci qualcosa con tutti questi omicidi. Questa guerra tra clan.

 

ANTONIO

Eh ... hai 'itt' niente. Tu vuoi sapere tutt'cose.

Su quello che succede tra i clan, neanche io, che sono nato e cresciuto qui, so tutto ... figuriamoci!

 

GIANCARLO

Potresti almeno dirmi qualcosa sui boss. Chi è che comanda a Torre?

 

ANTONIO

Ma sei proprio sicuro di voler sapere tutto questo?

 

Giancarlo si alza, stizzito.

 

GIANCARLO

Oh ... ma, insomma, che vi prende a tutti quanti? Io sono venuto qui a fare il giornalista seriamente, mica per pazzia'. Se devo scrivere su Torre Annunziata non posso ignorare la criminalita'.

 

ANTONIO

Uè ... non ti incazzare! Perchè tutti quanti?

 

GIANCARLO

Pure Lella, la conosci, no? Mi ha fatto un sacco di storie!

 

Antonio piega il lungo foglio di modulo continuo stampato dalla telescrivente. Va verso la sua scrivania e con un taglierino a mano comincia a tagliarlo in tanti fogli normali.

 

ANTONIO

Ah ... Lella. Brava guagliona. E' nu' zucchero!

 

Antonio si siede, si rilassa sulla poltroncina della scrivania e guarda Giancarlo, come a valutarlo.

Poi si alza e va verso un angolo della stanza dove su una mensola c'è una macchina per caffè-espresso.

 

ANTONIO

Gianca', lo prendi un caffè, vero?

 

Giancarlo annuisce con la testa.

Sotto la macchinetta ci sono due tazze. Antonio preme i tasti e mette in funzione la macchinetta.

 

ANTONIO

Eh ... io al caffè non so rinunciare ...

Prima spendevo un capitale per far salire qui ogni tanto il ragazzo del BAR.

 

GIANCARLO

Come viene il caffè con quest'aggeggio?

 

 

Antonio si porta le dita, chiuse, della mano destra sulle labbra e le bacia, allargandole.

 

ANTONIO

Un bijou! Mo' l'ho provi.

 

Prende, da sotto la macchinetta, una delle due tazze e la porge a Giancarlo.

 

ANTONIO

Dimmi che non è come al BAR?

 

Prende l'altra tazza e, lentamente, comincia a sorseggiarla

 

ANTONIO

Non so come fanno alcuni a rinunciare al caffè!

 

Si siede sulla poltroncina della scrivania e continua a sorseggiare il caffè.

 

ANTONIO

Eppure, pensa, nel 1500 il caffè veniva considerato una droga e, in alcuni paesi, chi vendeva caffè veniva trattato come oggi trattano gli spacciatori di droga: oggi sembra un'assurdita'. In effetti la caffeina è una droga: la dose massima per l'uomo è di 50 centigrammi! E la nicotina: è scientificamente provato che è una sostanza velenosa, eppure

 lo Stato stesso produce sigarette.

 

Prende dalla tasca un pacchetto di sigarette. Le offre a Giancarlo che con un cenno della testa le rifiuta. Ne prende una per sè e ne tira una boccata, gustandosene l'aroma.

 

ANTONIO

Tu studi legge?

 

GIANCARLO

No, sociologia.

 

ANTONIO

Io, invece, ho studiato legge. Un mio amico che ora fa il magistrato mi diceva, appunto, che le origini del traffico della droga va fatto risalire a quel periodo, con l'importazione e lo spaccio clandestino di caffè. Per anni i produttori e i trafficanti di caffè sono stati perseguiti finchè lo Stato non stabili' che il caffè era una pianta come le altre. Lo Stato arranca sempre nel seguire l'evoluzione dei costumi della societa'!

 

GIANCARLO

Vuoi, forse, dire che lo Stato dovrebbe liberalizzare le droghe?

 

ANTONIO

Gianca', qui a Torre e tutto intorno al Vesuvio, ci sono piccole piantagioni di  canapa indiana e laboratori artigianali per l'estrazione della droga. Al Liceo in classe mia c'era un ragazzo che si drogava. Mi raccontava che pure lui, nel suo giardino, aveva un "piccolo orticello": non era roba di prima scelta, ma era meglio di niente. Questa è la realta'.

Secondo me, i consumatori di droga si dividono equamente in due gruppi: quelli che si drogano per propria libera scelta e quelli che sono "spinti" per disadattamento sociale. Lo Stato dovrebbe adoperarsi per rimuovere il disadattamento sociale di quest'ultimi e lasciare liberi gli altri di drogarsi.

Ma tu, hai mai pensato cosa succederebbe se lo Stato liberalizzasse la vendita della droga? Dall'oggi al domani, mafia e camorra si troverebbe sull'orlo del fallimento, in quanto le loro attivita' lecite ed illecite si basano tutte sull'ingente liquidita' che il mercato della droga gli garantisce.

No, è troppo forte il sospetto che lo stesso Stato abbia tutto da guadagnare dal traffico di droga.


 

SCENA IX.

COMANDO CARABINIERI. INTERNO. GIORNO.

 

Giancarlo è nell'Ufficio del Capitano Starace e attende pazientemente che finisca di telefonare.

Riaggangiata la cornetta, il Capitano si rivolge a Giancarlo.

 

CAPITANO STARACE

Allora, Giancarlo come si trova qui a Torre?

 

GIANCARLO

Bah, devo ancora abituarmi al nuovo clima. Il Brigadiere mi ha detto che ci sono novita'.

 

CAPITANO STARACE

Altro che! Ieri abbiamo fatto irruzione in una villa a Poggiomarino: c'era un summit di Camorristi. Ecco, questa è la lista degli arrestati.

 

Il Capitano gli porge un foglio che Giancarlo comincia a ricopiare.

 

CAPITANO STARACE

E queste sono le loro foto.

 

Il capitano gli mostra delle foto segnaletiche.

 

CAPITANO STARACE

Sono tutti e cinque della Nuova Famiglia. Domani avremo una riunione con la Magistratura: alcuni di questi erano noti per essere affiliati alla NCO di Cutolo, evidentemente stanno cambiando gli equilibri. Dobbiamo capire che diavolo sta succedendo tra il Clan degli Alfieri, legati a doppio filo con Antonio Bardellino e il Clan di Valentino Gionta, legato a Lorenzo Nuvoletta.

 

Giancarlo, annota sul bolck-notes tutti i quei nomi, un po' perplesso: ancora deve abituarsi a tutte quelle sigle e quei legami, mentre il Capitano continua imperterrito.

 

CAPITANO STARACE

Ma non è finita: ieri a Boscotrecase hanno aggredito un'altra coppietta. Fortuna che lui era un finanziere.  Non si è lasciato intimidire e ha sparato. Li abbiamo presi: sono tre di Ottaviano, legati a Cutolo. Uno è perfino il figlio di un ricercato, sfuggito al maxi-blitz di giugno. Anche qui dobbiamo capire: che diavolo ci fanno quelli di Ottavi

ano qui? E' probabile che siamo alla viglilia di un'altra guerra di Camorra: e sarebbe la terza in meno di 15 anni.

 

Giancarlo continua spasmodicamente ad annotare. Ma tutti quei riferimenti lo mettono a disagio. Comincia a pensare che quel lavoro non è per lui.


 

SCENA X.

REDAZIONE CASTELLAMARE. INTERNO. POMERIGGIO.

 

DETTAGLIO: un cestino traboccante di carte accartocciate a forma di palle.

Sulla scrivania gli occhiali cerchiati di Giancarlo, aperti, appoggiati con cura. Giancarlo si tiene la testa tra le mani e guarda fisso il foglio nella macchina da scrivere: ha scritto appena due righe. Accanto il suo block-notes, sgualcito dalle troppe consultazioni. All'altro lato della macchina da scrivere un foglio e una tratto-pen rossa, sen

za cappuccio. Sul foglio il tentativo di disegnare una mappa dei vari clan, boss, padrini.

La faccia di Giancarlo è tesa, la fronte corrugata nell'estremo tentativo di capirci ancora qualcosa. Poi scatta: si alza, inforca gli occhiali, tira fuori l'ennesimo foglio dalla macchina, prende anche quello dello schizzo, attorciglia tutto in una unica palla e la tira nel cestino. Mette in tasca il block-notes, prende la borsa a tracolla, spegn

e le luci della redazione, si tira dietro la porta a vetri e poi quella di legno.


 

SCENA XI.

PORTONE REDAZIONE CASTELLAMARE. INTERNO. SERA.

Giancarlo con la borsa a tracolla esce dall'ascensore, passano alcune persone che non saluta, assorto come è dai suoi pensieri. Gli viene incontro Lella, con uno smagliante sorriso di saluto, ma Giancarlo non la vede e passa oltre.

Lella si ferma, si gira e lo osserva perplessa.

 

LELLA (gridando)

Giancarlooo ...

 

Giancarlo non la sente e procede per la sua strada.

Lella gli corre dietro e lo tira per la borsa. Giancarlo si sente tirare e si gira. Finalmente l'ha vista!

 

LELLA

Ehi...ma sei sordo e pure cecato. Ti passo accanto e grido come un'ossessa e manco mi saluti. Vuoi evitarmi?

 

GIANCARLO

No, ci mancherebbe. Solo, ero un po' distratto.

 

LELLA

Un po' distratto? E questo, secondo te, sarebbe "un po'". Di' piuttosto che volevi evitare di portarmi a cena.

 

GIANCARLO

A cena?

 

LELLA

Oh ... mica vorrai tirarti indietro. Me l'avevi promesso, ricordi?

 

GIANCARLO

Ah, si' ... certo. Non penso di essere una buona compagnia stasera.

 

LELLA

Non preoccuparti! Io basto e avanza.


 

SCENA XII.

TAVOLO RISTORANTE "NAUTILUS"-CASTELLAMARE. INTERNO. SERA.

Giancarlo e Lella sono in un angolo del ristorante, seduti a una tavola quadrata. La cena è quasi terminata, aspettano solo il dolce. Giancarlo sembra alla fine di uno sfogo. Lella lo ascolta e lo osserva con premura. Giancarlo, mentre parla, versa nei bicchieri del vino rosè.

 GIANCARLO

... ecco questo è quello che mi succede. E la colpa è anche tua!

 

 

Lella fa un sorriso accondiscendente. Beve lentamente il vino e osserva Giancarlo, ormai pago dallo sfogo. Arriva il cameriere che serve delle zeppole di San Giuseppe.

Giancarlo le osserva, gustandole con lo sguardo. Poi comincia a tagliarne un pezzetto. Lo porta alla bocca ma prima di mangiarlo lo annusa per carpirne l'aroma, poi lentamente lo mangia, assaporandone fino in fondo il gusto. Lella lo osserva, divertita.

 

LELLA

Sei buffo! Non ho mai visto mangiare cosi' dei dolci.

 

GIANCARLO (seriamente)

I dolci sono arte! Mangiarli deve essere quasi un rito. Ti avverto che non sopporto chi li divora!                     

 

Lella che di solito è una "divoratrice", riesce a bloccare a pochi centimetri dalla bocca il grosso pezzo di dolce che aveva tagliato. Sorride. Sminuzza il pezzo e cerca di ripetere, goffa e divertita, l'operazione fatta da Giancarlo. Poi scoppia a ridere imitata da Giancarlo.

 GIANCARLO (ridendo)

Mica hai creduto che dicessi sul serio?

 

Placata la risata l'atmosfera tra i due è piu' distesa.

 

LELLA

 

Voglio aiutarti a risolvere i tuoi problemi: anche se non so se faccio bene. Ma ho letto i tuoi articoli: sei un giornalista nato! Non puoi arrenderti ora.

Allora cominciamo con le guerre della camorra. La prima risale agli anni "70, i contendenti sono i Marsigliesi e i Siciliani.Ah, si ricordo. Quando ero piccolo devo aver visto pure uno sceneggiato alla televisione.

 

GIANCARLO

 

 

LELLA

Bravo! Hai una buona memoria. La seconda scoppia nel 1978 e dura fino all' "82. La scatena Cutolo con la sua NCO attaccando tutti i Clan non affiliati. All'inizio nemmeno gli inquirenti sapevano che diavolo volesse dire quella sigla. Ci misero un bel po' per scoprirlo: NCO stava per Nuova Camorra Organizzata.

La terza guerra, secondo gli esperti, ancora deve scoppiare anche se, come ti diceva il Capitano Starace, ci sono troppi segni premonitori che fanno ritenere che siamo vicini: infatti nella N.F. non corre piu' buon sangue tra i clan legati a Nuvoletta e quelli legati ad Antonio Bardellino.

Ah ... dimenticavo. La N.F.-Nuova Famiglia fu creata dai Fratelli Giuliano di Forcella per combattere la NCO di Cutolo. Don Rafè, infatti, pretendeva di applicare la tangente anche ai ricavati dagli altri clan. Cosi' tutti i clan non legati a Cutolo strinsero una sorta di "Santa Alleanza" per mettere in ginocchio "Don Rafè".

 

GIANCARLO

Chi sono i boss dei clan.

 

LELLA

Dunque ... non li conosco tutti. I principali sono: Lorenzo Nuvoletta, re di Marano; Antonio Bardellino, padrone della zona che va da Giugliano a Formia, Michelino Zaza, re di Portici e del contrabbando, Vittorio Vastarella, detto "Naso di Cane", uno dei boss che piu' di tutti ha mantenuto i legami con la mafia siciliana, i Fratelli Giuliano, capitanati da Luigi, detto "O Lione", Raffaele Ferrara di Villaricca, un pezzo da 90, noto alla polizia di mezzo mondo per il traffico di stupefacenti eppoi altri di minore importanza come Luigi Vollaro, detto "O Califfo" di Portici, Ciro Cozzolino e gli Scognamiglio di Ercolano-Portici, gli Alfieri di Castellamare, e, infine, l'accoppiata Pupetta Maresca-Antonio Ammaturo, sempre di qui.

Molti capi sono in carcere. Ma quelli pure dal carcere riescono a comandare o a evadere.

Vedi Bardellino. Dopo essere stato arrestato lo scorso anno a Madrid, è ritornato in liberta', pare comprando i giudici madrileni. Secondo gli esperti l'arresto è stato possibile grazie ad una "soffiata" ordinata da Nuvoletta: cio' potrebbe segnare, appunto, l'inizio della terza guerra. Infatti Bardellino ha risposto alla "provocazione" appena otto giorni dopo l'arresto, facendo uccidere Raffaele Ferrara, vicino a Nuvoletta. Nuvoletta non si è fatto pregare: l'ultimo dell'anno ha fatto carbonizzare due cugini di Bardellino.

 

GIANCARLO

E questo Gionta, chi cavolo è, da che parte sta. Quali sono i clan che dominano Torre?

 

LELLA

Adesso ci arrivo. Dunque su Valentino Gionta non so molto. Ha cominciato con il contrabbando e poi, con la crisi delle "bionde" è passato alla droga e ora pare che controlli tutto. Il suo è il Clan dei Valentini ed è legato a Nuvoletta. Recentemente ha esteso i suoi interessi a Castellammare provocando l'ostilita' degli Alfieri, che sono i "padron

i" di questa citta'.

Ecco tutto quello che so. Sei soddisfatto ora?

 

GIANCARLO

Ma tu, tutte queste cose come le hai sapute?

 

LELLA

Non sono segreti. Basta leggere i giornali, seguire tutti gli avvenimenti e scopri tante cose. Il fatto è che la gente se ne frega della Camorra. Anzi ti diro' di piu'. Siamo proprio noi, brave persone, a contribuire, a finanziare i loro assassini e i loro crimini.

 

GIANCARLO

Adesso esageri! Non credo che noi, consapevolmente, collaboriamo con la camorra.

 

 LELLA Davvero? La camorra è un potere e come ogni altro potere ha bisogno della collaborazione della maggioranza dei cittadini. La Camorra ...

 

Lella prende dalla sua borsetta un foglio di carta e un pennarello e comincia a schizzare una sorta di diagramma.

 

LELLA (continuando)

... è rappresentabile come un iceberg:  la parte emersa sono i camorristi, dai   

 

Boss fino alla bassa manovalanza; la parte sommersa siamo noi, gente comune, per bene, che non farebbero male ad una mosca, ma che non ci preoccupiamo piu' di tanto a nutrire la parte emersa. Li nutriamo comprando le sigarette di contrabbando, orologi, pellicce, gioielli "d'occasione", o facendo shopping a Forcella (perchè si risparmia, quando tut

ti sappiamo che a Forcella si vende solo roba rubata) o giocando al lotto e al totocalcio clandestino, oppure comprando marijulana per uno spinello, o andando a puttane, o acquistando case abusive, o contraendo prestiti con "persone fidate" che offrono condizioni migliori delle banche, votando candidati che ci promettono favori particolari, compra

ndo raccamandazioni o, addirittura, posti di lavoro. E' cosi' che si fonda, in grandissima parte, il potere economico e politico della Camorra. Leggiti le relazioni annuali del CENSIS. Lo scorso anno abbiamo speso due/tremila miliardi per le sigarette di contrabbando, tre/settemila miliardi per scommesse clandestine, quindicimila miliardi per la p

rostituzione. Questa è la cruda        

 

realta'. Per non parlare dell'indifferenza di noi tutti nei confronti di chi viola la legge: abbiamo mai denunciato, anche anonimamente, chi inizia a costruire un palazzo abusivo? Chi spaccia droga? Chi gestisce scommesse clandestine? Chi favorisce la prostituzione?

No, mai! E allora non abbiamo speranze. Io non sono disposta a rischiare la vita per una massa di pecoroni. Ce la meritiamo la Camorra! Questa è la verita'.

 Lella si appoggia allo schienale della sedie e si rilassa.

Giancarlo la osserva stupito e ammirato. Resta un po' pensieroso, come a voler riflettere, prima di formulare una risposta. Poi si alza.

 

GIANCARLO

Vado a farmi fare il conto.


 

SCENA XIII.

SALONE RISTORANTE "NAUTILUS"-CASTELLAMARE. INTERNO. SERA.

Giancarlo attraversa il Salone del Ristorante, assorto nei suoi pensieri. Il discorso di Lella ha peggiorato il suo stato d'animo.

In direzione opposta una ragazza bionda con tre coppe di gelato in mano, si dirige anche lei verso il centro del salone.

Proprio a meta' Salone, involontariamente, Giancarlo si scontra con la ragazza bionda. Le coppe di gelato cadono fragorosamente a terra.

 

(Rumore caduta coppe).

 

Solo al rumore Giancarlo si rende conto di quanto è accaduto. Senza neanche guardare in faccia la ragazza, si china per raccattare i frantumi.

 

GIANCARLO

Sono mortificato, gliele ricompro.

 

La ragazza tace. Si china anche lei e raccoglie i frantumi piu' grossi. Poi Giancarlo alza gli occhi verso il volto di lei: il suo sguardo si blocca. La ragazza alza anche lei gli occhi e per un lungo istante si fissano, immobili.

Da un tavolo poco distante una delle tre amiche la chiama.

 

AMICA (gridando)

DANIELA ...

Daniela si gira per guardare in direzione delle amiche. Si alza e si dirige verso il tavolo.

Giancarlo rimane solo, chinato sul pavimento con i frantumi delle coppe in mano, e lo sguardo fisso nel vuoto.

Un cameriere gli si avvicina.

 

CAMERIERE

Lasci stare, ci pensiamo noi. Non si preoccupi.

 

Giancarlo si rialza mentre il cameriere gli libera le mani dai frantumi e gli porge un panno per pulirsele.

STACCO

Giancarlo attraversa in senso opposto il Salone del Ristorante, guardandosi intorno come a cercare qualcuno. Individua il tavolo con Daniela e le tre amiche.

Giancarlo fissa da lontano Daniela che è intenta a parlare con le amiche.

Dall'altro lato del Salone Lella con la sua borsa a tracolla in una mano, cerca di attirare l'attenzione di Giancarlo. Si rende conto che lui non la vede e gli va incontro, chiamandolo.

 

LELLA (gridando)

 

Giancarlo, Giancarlo ...

 

Daniela, sentendo quel nome, si gira in direzione di Giancarlo. Per pochi istanti si guardono intensamente negli occhi.

Lella, a pochi passi da lui, gli porge la borsa e Giancarlo, sentendo la sua voce, sembra ritornare in sè.

 

LELLA

Ma che fine, avevi fatto? Ci hai messo tanto a pagare!

 

Giancarlo gli risponde con un sorriso accompagnato da una alzata di spalle.

I due si dirigono verso l'uscita.


 

SCENA XIV.

PORTONE CASA DI LELLA-RACCORDO AUTOSTRADA. ESTERNO. SERA.

Arriva la Citroen Mehari di Giancarlo che si ferma in doppia fila, a pochi metri dal portone.

Lella e Giancarlo si scambiano ancora qualche battuta. Poi Lella lo saluta baciandolo, affettuosamente, sulla guancia.

Lella apre la portiera ed esce dall'auto.

 

LELLA

Ciao, Gianca'. Ci si vede.

 

GIANCARLO

Okay, ciao.

 

La Mehari attende che Lella sia entrata nel portone e poi riparte.

STACCO

La Citroen Mehari di Giancarlo imbocca a Castellammare citta' il raccordo per l'autostrada Salerno-Napoli. Il raccordo  è senza illuminazione e per quattro/cinque chilometri attraversa una zona senza abitazioni. La strada  è a doppio senso di marcia e a corsia unica. E' vietato sorpassare ma molti se ne fregano. Dal senso opposto spesso degli scon

siderati sparano fastidiosi abbaglianti negli occhi. Giancarlo porta l'auto a media velocita', mantenendo rigidamente la destra. Viene sorpassato da due auto e poi perfino da un motocarro.

Giancarlo scuote la testa. Nel retrovisore si accorge che una MINI 90 bleu lo tallona da quando ha imboccato il raccordo. L'auto comincia a suonare il clacson.

 

(Suono clacson).

Giancarlo fa cenno di passare ma l'auto continua a stargli dietro. Giancarlo comincia ad accellerare visibilmente preoccupato. Ingrana la quarta e spinge al massimo la Mehari. L'auto dietro di lui, sempre piu' minacciosa, riesce a stargli dietro. In prossimita' di uno spiazzo, la MINI 90, tira al massimo, e comincia a superare la MEHARI.

Giancarlo suda freddo. Non sa cosa fare e cosi' comincia a rallentare.

La MINI 90, oramai lanciatissima, supera la MEHARI e le sbarra la strada, frenando bruscamente.

Giancarlo  è costretto a bloccare di colpo la sua auto. Si ferma, riuscendo a mala pena ad eviatre la collisione con la MINI 90. Tira un sospiro e cerca di prender fiato, chinando il capo sullo sterzo. Nella MINI 90 si nota la sagoma di una sola persona. Si apre la portiera.

Giancarlo alza la testa dallo sterzo e guarda ansioso: ormai si aspetta il peggio. Dall'auto scende una ragazza, che, decisa, si dirige verso di lui.

Giancarlo guarda la ragazza che si avvicina a lui. Il riflesso dei fari non gli consente di distinguerne il volto. A pochi metri da lui, Giancarlo la riconosce:  è la ragazza bionda del Nautilus, Daniela. Giancarlo scende dall'auto, arrabbiatissimo.

 

GIANCARLO

Ma sei impazzita? A momenti ci ammazzavamo! Cosa diavolo vuoi. Ho pagato i danni.

 

Daniela lo guarda, ignorando quello che dice.

 

DANIELA (decisa)

Tu, quand'eri piccolo, venivi in villeggiatura a Sorrento e giravi per la citta' con una bici rossa?

 

Giancarlo, a quelle parole, si gira di scatto verso Daniela. Si guardano negli occhi, mentre un sorriso su entrambi i volti, lascia smorzare ogni ira. In preda ad una contentezza raggiante si abbracciano e baciano.


 

SCENA XV.

CHALET DEI PINI. ESTERNO. SERA.

 

(Musica di Pino Daniele).

 

In una accogliente piccola pineta, delicatamente illuminata, Giancarlo e Daniela sono seduti, l'uno accanto all'altro, su una altalena tutta addobbata e imbottita. Davanti all'altalena c' è un elegante tavolino, imbandito di fiori e bibite. Giancarlo ha il braccio destro sulle spalle di Daniela, che parla ininterrottamente. Ogni tanto si ferma e l

ascia parlare lui, per poi riprendere il giro.

I due sono proprio felici. Si lasciano cullare dolcemente dall'altalena e con loro cullano i ricordi dell'infanzia. Ma hanno, pure, da raccontarsi 15 anni di vita, nei quali il fato ha voluto che si perdessero di vista.


 

SCENA XVI.

CORTILE CASA POPOLARE. ESTERNO. GIORNO.

 

(Musica).

 

Cortile di una casa popolare a Torre Annunziata.

Interminabili ballatoi si sviluppano tutto intorno all'edificio, per tutti e quattro i piani.

Giancarlo, in giacca e cravatta, entra nel cortile e alza lo sguardo verso quel groviglio di muratura e ringhiere.

Da' un'occhiata al piano terra, e dietro una tenda scorge un'anziana che lo osserva, incuriosita.

Giancarlo si dirige verso la donna che, immobile, sembra attenderlo.

Sfodera il suo affabile sorriso e gli chiede qualcosa.

La donna fa prima cenni negativi con il capo, poi sollecitata da altre spiegazioni di Giancarlo, cambia espressione e comincia a dare informazioni, gesticolando abbondantemente.

Infine gli indica con le mani la strada da fare.

C.V. da Giancarlo: la strada indicata dalla vecchia.


 

SCENA XVII.

ABITAZIONE POPOLARE. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo  è seduto ad un tavolo insieme ad una donna grassoccia sui quarant'anni.

Il tavolo  è al centro della stanza, circondato dal letto matrimoniale e da un lettino.

In un angolo un marmo con su' un fornello a tre fiamme. Su una delle fiamme, una pentola bruciacchiata, fa cuocere qualcosa. Accanto al marmo una porta a vetri, socchiusa.

 

GIANCARLO

Signo' da quanto tempo vostro figlio si buca?

 

SIGNORA

E che ne so'. Io me ne sono accorta quando ha cominciato a rubare nel borsellino. Io c'ho il minimo, diomarialosa' come tiro annanz', e chil' na vota se rubate 100.000 lire.

 

GIANCARLO

Ma voi avete provato a farlo ricoverare.

 

SIGNORA

Come non c'ho provato! Ma quelli i medici non sono bbuoni e 'iss' ogni vota se ne scappa.

 

GIANCARLO

Avete provato presso qualche Comunita' Terapeutica.

 

SIGNORA

Giovano', ma voi che dite? Quando mai ci stann', come l'avite chiamate, st è ccose?

 

 

GIANCARLO

Voi avete chiesto al Pretore, di rimettere in carcere vostro figlio. Perchè?

 

SIGNORA

E' bbrutto, o saccio, ma io non c'ha facc' chiu'. Tenga nata povera creature ...

La donna indica qualcuno alle spalle di Giancarlo. Giancarlo si volta e attraverso la tendina della porta d'ingresso, sul ballatoio, vede una bambina di cinque/sei anni che da sola gioca con due bamboline consunte.

 

DONNA (continuando)

... aggia salva' almeno a chella! Solo in galera puo' darsi che chillat' guarisce, se no per iss' nun ci sta chiu' niente a fa.

 


 

SCENA XVIII.

ATRIO PORTONE REDAZIONE DI CASTELLAMMARE. ESTERNO. GIORNO.

P.A. Giancarlo attraversa un atrio. Esce dal portone: e' quello della redazione di Castellammare.

Si dirige verso la propria auto.

 

F.C. TONINO

Giancarloo ...

 

Giancarlo si volta e alle sue spalle riconosce l'altro collaboratore della redazione.

 

GIANCARLO

Ue' ... Toni', come stai: e' un pezzo che non ci si vede!

 

I due si stringono calorosamente la mano.

 

TONINO

Come va, Gianca'? Ho incontrato Lella qualche giorno fa. Mi ha detto che hai avuto qualche problema con il lavoro. Perche' non m'hai chiamato.

 

GIANCARLO

Ma ... niente di grave: quel giorno ero solo un po' giu' di corda. Ora va tutto bene. Ho proprio adesso finito di scrivere un articolo sulla droga. Ti ricordi del progetto "Zattera"?

 

Tonino ci sta' un po' a pensare.

 

TONINO

... ah, si! La Comunita' per il recupero dei tossicodipendenti?

 

GIANCARLO

Per l'appunto. Ne ho riparlato nell'articolo su Torre per domani.

 

TONINO

Bene! Oh sei hai bisogno, ricordati di chiamarmi.

 

Tonino e Giancarlo si salutano, scambiandosi pacche sulle spalle.

 


 

SCENA XIX.

VIALE DI ACCESSO LICEO SCIENTIFICO. ESTERNO. GIORNO.

Il viale  è stipato di giovani studenti, provenienti anche da altre scuole di Torra Annunziata.

Alcuni sono in motorino o in Vespa, altri, i piu' grandi, in auto.

Alcune ragazze consegnano all'entrata della scuola dei volantini ciclostilati. Alle loro spalle sono stati affissi i manifesti del Coordinamento Nazionale Giovani Sud Contro la Camorra. Gruppetti di ragazzi chiacchierano tra loro. Qualcuno legge il giornale.


 

SCENA XX.

TERRAZZO LICEO SCIENTIFICO. ESTERNO. GIORNO.

I giovani studenti sono seduti tutti intorno ad un gruppetto di tre persone, che parlano.

Giancarlo  è appoggiato vicino ad una porta-finestra di una delle aule che danno sul grande terrazzo. Ascolta con attenzione, prendendo ogni tanto, appunti.   

Il terrazzo affaccia sull'autostrada Napoli-Salerno, a pochi metri dal Casello di Torre.

 

RAGAZZO (gridando con foga)

...  è di oltre un anno fa' la nostra storica marcia ad Ottaviano, regno di Cutolo, contro la Camorra.              

 

Allora presentammo il Decalogo del buon Amministratore: dieci semplici regole per rendere i Comuni Vesuviani, finalmente delle "Case di vetro". Ebbene sapete, dopo un anno quanti Comuni lo hanno sottoscritto ... dieci, soltanto dieci, di cui appena sei nel napoletano, e tra questi sei non c' è certo Torre Annunziata ...

 

Un insinuante mormorio si fa largo nella platea. Due ragazzi mormorano qualche nome.

 

RAGAZZO (piu' calmo)

... questo dobbiamo domani gridare a Roma. Abbiamo il diritto di esigere che nelle Amministrazioni Locali, siedano solo persone al di sopra di ogni sospetto. Se il Sindaco, come a Torre,  è un personaggio "chiacchierato", allora deve essere dimissionato.

 


 

SCENA XXI.

TORRE ANNUNZIATA. ESTERNO. GIORNO.

La Mehari di Giancarlo circola per la citta'.

 

(Musica radio).

 

La radio dell'auto  è sintonizzata su una radio privata che trasmette musica-non stop.

 

La musica viene bruscamente interrotta dallo jingles dell'emittente che annuncia: RADIO SUD INFORMAZIONI, modulazione di frequenza 84.100 e 87.500.

 

VOCE SPEAKER

Interrompiamo le trasmissioni per questa edizione speciale di Radio Sud Informazioni. C' è stato trasmesso appena un minuto fa una nota dell'Agenzia Ansa. Ve la leggo. A Marano un vero e proprio plotone di esecuzione ha attaccato la Villa di Ciro Nuvoletta, fratello del Boss Lorenzo. Un centinaio di pallottole hanno letteralmente falcidiato i "gorilla" e le "guardie del corpo". Ciro Nuvoletta  è stato fulminato mentre sorseggiava il caffè ...

 

Giancarlo ingrana la quarta e si dirige al Comando dei Carabinieri.

 

 


 

SCENA XXII.

COMANDO CARABINIERI. ESTERNO. GIORNO.

Giancarlo scende dall'auto e va verso l'entrata. Incontra il Capitano Starace.

GIANCARLO

Buongiorno Capitano, ci sono novita'?

 

CAPITANO STARACE

No, niente di nuovo qui a Torre. Piuttosto ha sentito la notizia!

 

Giancarlo annuisce.

 

CAPITANO STARACE

Cosa le avevo detto? La terza guerra della Camorra è scoppiata. Prepariamoci al peggio!

Il Capitano salta su una alfetta d'ordinanza e sparisce alla vista.


 

SCENA XXIII.

STAZIONE DI SANTA MARIA LA BRUNA. ESTERNO. GIORNO.

La Mehari di Giancarlo, sosta nello spazio antistante la stazione.

Giancarlo entra nell'ufficio del capostazione e si presenta.

 

CAPOSTAZIONE

... dovevano essere le cinque di mattina. A quell'ora non ci sono treni che fermano qui, solo l'Espresso cinque-otto-quattro, Siracusa-Roma, che pero' è solo in transito. Tutto filava liscio come ogni dannato giorno, quando io e il manovratore Francesco De Simone ci vediamo puntare le pistole in faccia. Non credevo ai miei occhi. Dovevano essere

in sette/otto persone, armate fino ai denti con mitra spianati: sembrava d'essere tornati in guerra!

 

Il Capostazione scuote la testa, ricordando lo scampato pericolo.

 

GIANCARLO

Eppoi, cosa è successo?

 

CAPOSTAZIONE

A me hanno obbligato a dare l'ALT al cinque-otto-quattro, ai macchinisti li hanno rinchiusi nella Sala d'attesa. Non appena il treno si è fermato, hanno      

 

obbligato i sorveglianti del vagone postale a consegnargli 28 sacchi postali.

 

GIANCARLO

Quant'è il bottino?

 

L'anziano capostazione, lo guarda perplesso. Allarga le braccia.

 

CAPOSTAZIONE

Non lo so. Io so solo che mi sembrava di essere uno di quei vecchi e stupidi capistazione che troppo spesso si vedevano nei film western.

 


 

SCENA XXIV.

QUADRILATERO CARCERI/INCROCIO VIA ROMA - VIA CASTELLO. ESTERNO. GIORNO.

Davanti ad un vecchio palazzo sostano alcune persone. A fianco c'è un BAR con numerosi tavolini sul marciapiede: c'è parecchia gente che parla e consuma bibite e gelati. Di fronte al BAR c'è la Chiesa di San Francesco. Della gente si affretta per non perdere la messa di mezzogiorno. Si nota anche un gruppo di ragazzini che devono fare la "prima

 co

munione".

Ad una decina di metri dal Bar, in Via Vittorio Emanuele c'è il Circolo Pescatori. Dentro i soci sono impegnati in una partita a ramino.

Arriva un pulmann sgangherato con una vistosa scritta: GITA TURISTICA. Si blocca poco dopo l'incrocio tra Via Vittorio Emanuele e Via Castello.

A poche decine di metri dal Bar, si accosta al marciapiede una "giulietta".

All'improvviso dal pulmann e dall'auto scendono otto killer, con il volto coperto e mitra, fucili a canne mozze e pistole spianate e cominciano a sparare.

 

(Crepitio di mitra, colpi di fucili e pistole si mescolano a detonazioni, urla, gridi di dolore, rumore di tavolini rovesciati)

 

La gente, impazzita, cerca improbabili vie di scampo e in tanti si ritrovano sulla traiettoria dei proiettili.

I killer, implacabili, si avvicinano e continuano a far fuoco "aggiustando" la mira. Il marciapiede si bagna di rosso-sangue e sei persone restano a terra senza vita mentre altre sette sono ferite. Uno dei soci del circolo Pescatori che era ad uno dei tavolini del BAR cerca rifugio all'interno del circolo.

Tre killer, mentre continuano a sparare gli ultimi colpi, lo vedono entrare nel Circolo. Lo inseguono. Entrano nel Circolo, ma l'uomo sembra volatilizzato. Cominciano a cercare dappertutto. Spalancano gli armadi, sparano su una panca, la aprono, spalancano la porta del bagno, infine, nel retrobottega, scoprono una piccola porta di uno stanzino. La

 aprono e rannicchiato in un angolo scovano l'imboscato. L'uomo è tremante, si inginocchia ai piedi dei tre killer, scongiurando di risparmiarlo, ma i tre lo fulminano con una scarica all'unisono.

Cessato il fuoco i killer bloccano una GOLF e una FIAT 127 di passaggio e fuggono in direzione Castellammare.


 

SCENA XXV.

REDAZIONE CASTELLAMMARE. INTERNO. SERA.

DETTAGLIO: la tastiera di una macchina da scrivere OLIVETTI. Sui tasti le dita di Giancarlo battono sicure e ritmate.

Accanto tre block-notes, tutti uguali, sgualciti e aperti.

Alla macchina da scrivere Giancarlo scrive, consultando di tanto in tanto, rapidamente, qualche notizia dai block-notes, l'ennesimo articolo.

Si ferma un'attimo a pensare, a ricordare qualcosa. Si gira verso il telefono, prende la cornetta e forma un numero. Parla con qualcuno. Riaggancia e riprende a scrivere.

STACCO

Giancarlo sta terminando di scrivere l'articolo, quando, alle sue spalle, il Caporedattore spinge la porta a vetro ed entra in Redazione. Gli passa accanto, gli da' una pacca sulle spalle.

CAPOREDATTORE

Ciao, Gianca'. Tutto bene?

 

Giancarlo solleva lo sguardo dal foglio nella macchina da scrivere e riconosce il Capo.

 

GIANCARLO

Si', certo. Da due giorni non faccio altro che scrivere pezzi sulla strage di S. Alessandro.

 

CAPOREDATTORE

E non sei contento? Hai saputo se è confermata la manifestazione della citta' contro la Camorra.

 

GIANCARLO

 

Si', è per l'ultimo d'Agosto.

 

CAPOREDATTORE

Bene, seguila con attenzione. Mi interessa la gente. Come si comporta, mi capisci?

 

Giancarlo comprende al volo. Annuisce e tira dalla macchina il foglio dattiloscritto.


 

SCENA XXVI.

TORRE ANNUNZIATA CENTRO. ESTERNO. GIORNO.

Una moltitudine di persone percorre in corteo la strada principale della citta'. Nel corteo si distinguono gli striscioni dei collettivi della ITALTUBI, della IMEC, della DALMINE, della CIBA-GEIGY e quelli dei Sindacati Confederali. Piu' indietro un lungo striscione azzurro del Coordinamento Studenti Anticamorra e una miriade di ragazzi e ragazze

di ogni scuola della citta'.

In prima fila la Autorita': una rappresentanza della Giunta Comunale, guidata dal Sindaco, e rappresentanti del Consiglio Comunale. Durante il corteo si crea un vuoto tra gli striscioni degli operai e il gruppetto delle Autorita'. Giunti nella piazza sul palco salgono le Autorita'. Qualcuno fischia. Poi va al microfono il Sindaco.

 

(Fischi, urla e schiamazzi)

 

Il Sindaco cerca ripetutamente di prendere la parola ma la piazza, rabbiosa, glielo impedisce.

 

QUALCUNO NELLA FOLLA

La vera Camorra?

 

LA PIAZZA ALL'UNISONO

E' li'. Sul palco!

 


 

SCENA XXVII.

PIMONTE PIZZERIA. INTERNO. SERA.

Giancarlo e Daniela in compagnia di Lella e Tonino, sono seduti a un tavolo in un angolo tranquillo dell'affollata pizzeria. Mangiano con gusto una enorme pizza e conversano allegramente.

TONINO

... io l'ho saputo tre giorni fa.

 

GIANCARLO

Ah! E lo dici cosi': mica mi hai chiamato. Bell'amico!

Giancarlo scherzosamente imita Tonino.

 

GIANCARLO

"Sei hai bisogno di qualcosa, telefona.", mi avevi detto.

 

TONINO

Volevo che fosse una sorpresa.

 

LELLA

Si', anch'io quando Tonino me l'ha detto, ho voluto tacere.

 

GIANCARLO (ironico)

E tu, na vota che non parlavi a sproposito, ti stai zitta?

 

LELLA (divertita)

Per la verita' morivo dalla voglia di vedere la faccia che avresti fatto a saperlo.

GIANCARLO

E invece questa mattina in redazione ero solo. Squilla il telefono: driin. Pronto, Siani: faccio io. Buongiorno sono la segretaria del dr. De Lorenzo. Lei è il dr. Giancarlo Siani. Si', faccio io, sono io, ma non sono dottore. Dall'altro capo la signorina continua. Devo comunicarle che da oggi lei è stato assunto, come collaboratore per la Redazione di Castellammare, e percepira' uno s

ti

pendio mensile netto di lire ottocentomila. Non stavo piu' in me. Mi sono messo a fare i salti di gioia.

 

La Mdp lentamente si allontana dal loro tavolo per inquadrare un TOTALE della Pizzeria.

(Le voci dei quattro lentamente sfumano in una musica soft).

 


 

SCENA XXVIII.

COMUNE TORRE ANNUNZIATA. ESTERNO - INTERNO. GIORNO.

Giancarlo entra nel lungo atrio del Comune.

A STACCHI

- Sale le scale velocemente.

- DETTAGLIO: targhetta azzurra con scritto Ufficio Stampa.

- Giancarlo, bussa alla porta, e senza attendere risposta entra.

- Giancarlo e i due addetti all'ufficio si salutano confidenzialmente.

 

GIANCARLO

Ci sono novita'? Si sa qualcosa sulla nuova Giunta.

 

ADDETTO UFFICIO

Come no! Sappiamo tutto. Michè da' a Giancarlo, l'elenco dei nuovi Assessori.

 

Giancarlo si volta verso Michele che da un cassetto tira un foglio dattiloscritto.

ADDETTO UFFICIO

Per domani è fissato la seduta del Consiglio Comunale che dovra' votare la Giunta.

Giancarlo è tutto preso nella lettura dell'elenco degli Assessori.

 

GIANCARLO

Non è cambiato, praticamente nulla?

 

ADDETTO UFFICIO

Ma no ... è cambiato qualcosa. E uscito il PSDI e qualche assessore ha cambiato "poltrona"

GIANCARLO

Il Sindaco è sempre lo stesso. Ma quello la "poltrona" se l'è comprata?

 

 


 

SCENA XXIX.

BAR. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo è seduto in un BAR a prendere un cappuccino e un cornetto.

Accanto al bancone vede Antonio, il corrispondente dell'ANSA.

GIANCARLO (alza un po' la voce)

Antonio ...

 

Antonio si volta, lo saluta con un cenno della mano, prende la sua tazza di caffè e si dirige verso Giancarlo.

 

GIANCARLO

Come mai sei sceso qui al BAR. Hai tradito la tua macchina-espresso?

 

ANTONIO (divertito)

Veramente, quella puttana, è stata lei che ha tradito me. Ieri sera ha cominciato a sputare caffè macinato da tutte le parti. Odio il caffè alla russa!

 

Giancarlo continua a mangiare il suo cornetto, non esitando a bagnarlo nel cappuccino.

ANTONIO

Sai l'ultima? Il pretore ha disposto il sequestro degli atti della Commissione Edilizia e dei verbali delle sedute. Pare che alcuni membri siano stati obbligati ad agire in un "certo modo". Ora tutti i membri della Commissione sono sotto inchiesta.

GIANCARLO

Finalmente, il pretore si è deciso a fare qualcosa!

 

ANTONIO

 

Non aspettarti grandi cose. E' un problema politico. E chi comanda è sempre lui, il Sindaco. Ma lo sai che si dice che "il palazzinaro" gli ha dato cento milioni per la campagna elettorale?

 

GIANCARLO

Si', l'ho sentito dire. Anche a me non piace. Quell'aria da mammasantissima ... è insopportabile. Sai cosa ho scoperto? Che si è preso il diploma di ragioniere al "Settembrini", quella "scuola" della camorra che rilasciava diplomi a pagamento.

ANTONIO

Questo e niente. Lo sai che Valentino Gionta ha fatto il testimone ha un matrimonio celebrato da lui. E c'è chi sospetta che lui e Gionta stiano ...

 

Antonio fa il gesto di unire gli indici tesi delle due mani.

 

ANTONIO

Cosi' o, se non addirittura, siano parenti.


 

SCENA XXX.

SEDE SINDACALE. INTERNO. GIORNO.

La sede è sovraffollata per una riunione unitaria delle sezioni CGIL, CISL e UIL di Torre Annunziata.

Tre sindacalisti sono seduti dietro un tavolo consunto con dei fogli davanti a loro.

 

PRIMO SINDACALISTA

... gli amministratori della citta' sembra che faccino a gare per essere inseriti nel Guiness dei primati per il piu' basso livello di moralita' politica.

 

SECONDO SINDACALISTA

... l'altro giorno è stata superata ogni misura ...

(alzando la voce fino ad urlare)

Il Sindaco si è rifiutato di ricevere una delegazione sindacale. Sapete perchè? Perchè ha dovuto ricevere la moglie di Valentino Gionta, Gemma Donnarumma, che voleva una licenza di commercio per aprire un negozio per riciclare denaro sporco. (Un gran vocio prende corpo tra la platea)

I lavoratori che non si aspettavano quel j'accuse, sono sorpresi. Lentamente la platea si assottiglia fino a ridursi ad appena una decina di persone.


 

SCENA XXXI.

BOUTIQUE "FA.GIO". ESTERNO-INTERNO. SERA.

 

Davanti una sfarzosa boutique, arredata con marmi e cristalli si celebra l'inaugurazione.

Viene scoperta il nome dell'insegna luminosa, che scintilla di lampade colorate. Leggiamo il nome del nuovo negozio: FA.GIO (Famiglia Gionta).

Nella boutique entrano un centinaio di persone, tutte elegantissime, alcuni un po' volgari: sembrano tutti invitati ad una "prima". L'interno della boutique è ancora piu' sfarzoso dell'esterno: cristalli, moquette e sete, sono stati usati senza risparmio.

Guida il gruppo una donna sui trent'anni, capelli biondi, con un attillatissimo vestito scamosciato, nero, che gli scende fin sopra il ginocchio, scoprendole le gambe, incartate in audaci calza nere a rete. Una profonda scollatura sulla schiena lascia persino intravedere la sommita' del didietro.

La Donna da' disposizione ai camerieri di servire il buffet.

Su una lunga e stretta tavola si riversano tutti gli ospiti, che si servono alacremente.

Davanti all'entrata due brutti ceffi controllano la situazione.

Un gruppo di tre ragazze, ignare di cosa stesse accadendo, si fermano nei pressi dell'entrata e sbirciano per capire cosa succede.

Uno dei brutti ceffi gli va vicino.

BRUTTO CEFFO

E' una inaugurazione. Entrate è tutto gratis!

 

Le tre ragazze guardano il brutto ceffo, sorprese. Intuiscono qualcosa.

Il brutto ceffo nota la loro titubanza e con uno spintone le sbatte dentro al negozio.

Le ragazze piu' che mai spaurite, vengono travolte dagli ospiti e costrette a servirsi al buffet.


 

SCENA XXXII.

UFFICIO COMMISSARIATO P.S. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo è seduto su una sedia davanti alla scrivania del Commissario.

 

Il Commissario prende da una cartelle delle foto e le sparge sul tavolo per mostrarle a Giancarlo.

C.V. da Giancarlo: le foto sul tavolo. Ne prende alcune: sono le foto dell'inaugurazione della Boutique "FA.GIO".

COMMISSARIO

... i carabinieri dopo quindici giorni avevano gia' chiuso la boutique perchè sprovvista di regolare licenza del Comune. Ma la moglie di Gionta si è appellata al TAR, chiedendo di rientrare nei benefici di un provvedimento del Sindaco di Torre.

GIANCARLO

Cosa stabiliva quel provvedimento?

 

COMMISSARIO

Sospendeva tutte le ordinanze di chiusura per dare il tempo alla Commissione Comunale del Commercio di esaminare la questione "abusivi".

 

Il TAR, ovviamente, ha data ragione alla moglie di Gionta, e la donna ha riaperto il negozio.

Allora abbiamo inviato al Tribunale di Napoli un dettagliato rapporto sulle attivita' del Clan dei Valentini e chiesto l'applicazione della legge Rognoni-La Torre. E cosi' stamattina abbiamo chiuso definitivamente il negozio.


 

SCENA XXXIII.

CABINA TELEFONICA-REDAZIONE CASTELLAMMARE. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo in una cabina telefonica forma un numero.

 

GIANCARLO

Salve, Capo! Sono Giancarlo.

 

CAPOREDATTORE

Ah, finalmente. Ti cercavo. Mi devi scrivere un articolo. Puoi venire subito a Castellammare.

 

GIANCARLO

Certo. Di cosa si tratta.

 

 

CAPOREDATTORE

Un colpo grosso! Hanno sequestrato tutti i beni di Valentino Gionta: BMW, Alfette blindate, HONDA, A112 bleu, il palazzo di Via Castello e, perfino, la villa-bunker di Torretta di Siena. Finalmente si sono decisi ad applicare l'Antimafia!


 

SCENA XXXIV.

ATRIO - USCITA TEATRO DIANA - VIA LUCA GIORDANO. INTERNO - ESTERNO. NOTTE.

Nell'atrio del teatro DIANA, al Vomero, i faretti stanno lentamente aumentando la luminosita'. Al botteghino c'è ancora l'anziana cassiera che sta controllando i biglietti venduti. Ai lati delle porte insonorizzate due maschere si scambiano qualche battuta.

Si spalancano due ante dell'uscita centrale ed emergono Daniela e Giancarlo. A grandi passi i due si dirigono verso l'uscita. Aprono la porta di vetro.

 

(Un caloroso applauso segnala la fine della commedia).

 

Giancarlo si dirige verso la Mehari.

 

DANIELA

No, non torniamo subito a casa. Ti va di fare due passi?

 

Giancarlo si sforza di fare un sorriso accondiscente, ma è tutto preso dai suoi pensieri. Daniela lo prende sotto il braccio e si dirigono verso via Luca Giordano.

Per un po' passeggiano, mano nella mano, senza parlare, mescolandosi tra una moltitudine di giovani.

 

DANIELA

C'è qualcosa che non va! Durante tutto lo spettacolo sei stato assente. A cosa pensavi ... a cosa pensi?

 

GIANCARLO

No, niente. Riflettevo sulla mia vita, sul mio lavoro. Sai domani al giornale arriva il nuovo direttore.

 

DANIELA

Cos'e c'hai paura di Pasquale Nonno. Io me lo ricordo quando al TG2 di Andrea Barbati faceva i collegamenti da Montecitorio. Era divertente: solo lui ed Emanuele Rocco mi piacevano.

 

 

GIANCARLO

Si anche a me piacevano. Ma so che Nonno è cambiato. Ha cambiato anche partito! Speriamo che non mi ricacci indietro. Cio' messo quattro anni per arrivare vicino all'assunzione: è stata dura! Quando ho dovuto scarpinare ... mentre ragazzetti piu' piccoli di me venivano assunti o facevano folgoranti carriere...

 

DISSOLVENZA INCROCIATA


 

SCENA XXXV.

REDAZIONE CASTELLAMMARE. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo è alla consueta scrivania. Sta facendo un giro di telefonate.

Arriva il caporedattore che, al solito, lo saluta con una pacca sulle spalle e si siede alla sua scrivania.

Giancarlo è, in piedi, di fronte a lui.

GIANCARLO

Hai seguito le vicende degli amministratori comunali finiti sotto     

 

inchiesta a Sorrento, Vico Equense, Pompei e Portici?

 

CAPOREDATTORE

Si', certo. Perchè c'è qualche novita'?

 

GIANCARLO

So che a Torre i Carabinieri hanno inviato alla Pretura due rapporti su presunte connivenze tra camorristi e alcuni amministratori circa la ricostruzione del "Quadrilatero Carceri".

CAPOREDATTORE

Interessante. Vai dal Pretore e cerca di sapere se i rapporti daranno via a un'inchiesta giudiziaria o finiranno in un ...

 


 

SCENA XXXVI.

UFFICIO PRETORE DIRIGENTE. INTERNO. GIORNO.

 

F.C. CAPOREDATTORE (continuando)

... cassetto.

 

DETTAGLIO: una mano che apre il cassetto di una scrivania d'ufficio.

Il pretore dirigente guarda Giancarlo. Gli mostra le carpette contenenti le relazioni dei Carabinieri.

 

PRETORE

Tu, Gianca', sai sempre tutto, non è vero?

 

Giancarlo osserva senza batter ciglio il pretore. Questi apre le cartelle e le rilegge a mente.

 

PRETORE

Eh ... purtroppo non posso dirti nulla su queste relazioni. Posso solo dirti che esistono.

 

Il Pretore gli mette sotto il naso il frontespizio della carpetta.

 

PRETORE

Eccole qui! Piuttosto perchè non fai tu una bella inchiesta? Potresti perfino venderla a PANORAMA!

 


 

SCENA XXXVII.

REDAZIONE CASTELLAMMARE. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo sta di fronte al Caporedattore.

 

GIANCARLO

Le relazioni esistono davvero, il Pretore me l'ha mostrate. Ma non ha voluto farmele leggere nè darmi qualche chiarimento.

 

CAPOREDATTORE

Ti ha spiegato il motivo?

 

GIANCARLO

No. Piuttosto mi ha fatto un strana proposta. Vuole che sia io a fare un'inchiesta sulla vicenda.

 

Il Caporedattore si alza di scatto, furente. Solleva un mucchio di giornali e li sbatte sulla scrivania.

 

(Fragoroso rumore dei giornali)

 

CAPOREDATTORE

Ma è impazzito! Quel vecchio insallanuto! Non se ne parla proprio. Chiaro!

 

Giancarlo guarda sorpreso il Capo: da oltre due anni che lo conosceva, non l'aveva mai visto adirarsi. Passato il momento d'ira, il Capo si risiede e inspira ripetutamente per calmarsi.

CAPOREDATTORE

Scusa, Gianca'. Ma quando sento certe cose, divento una belva. Ricordati una regola fondamentale in questo stramaledetto mestiere: le inchieste si fanno sui fatti. Se ci sono, sono in quei due rapporti.

GIANCARLO

Si, infatti. Non gli ho risposto, ma anche io la penso cosi'.

 


 

SCENA XXXVIII.

ATRIO - REDAZIONE NAPOLETANA DI PAESE SERA - SCALE. INTERNO. SERA.

Giancarlo spinge il bottone dell'ascensore. L'anziana portiera si affaccia dalla guardiola.

PORTIERA

Giovano' è guasto! Dovete salire a piedi.

 

Giancarlo ringrazia con un sorriso e comincia a salire.

STACCO

Al centro del ballatoio c'è la redazione di PAESE SERA. L'ingresso è molto simile a quello della redazione di Castellammare: una porta di legno, come le altre del palazzo, e, internamente, una porta a vetri con infissi di alluminio anodizzato. Giancarlo bussa. Il giovanotto che è seduto al di la' della porta a vetri, alza lo sguardo e preme un

pulsante.

 

GIANCARLO

Sono Giancarlo Siani, puoi chiamarmi Matteo Cosenza.

 

Il giovanotto alza una cornetta e chiama l'interno.

 

GIOVANOTTO

Pronto, Cosenza! C'è Siani.

STACCO

 

Giancarlo scende le antiche scale a ellisse del palazzo in compagnia di un uomo sui quarant'anni, alto, barba folta e nera, pochi capelli.

 

COSENZA (stupito)

Gianca' ma, toglimi una curiosita', perchè tu ogni giorno dal Vomero vai fino a Torre?

Giancarlo lo osserva e poi sorride.

 

GIANCARLO

Vedi cosa mi tocca fare per diventare giornalista al Mattino?

 


 

SCENA XXXIX.

FONDAZIONE COLASANTO. INTERNO. GIORNO.

Giancarlo parla con Amato Lamberti, direttore del periodico OSSERVATORIO SULLA CAMORRA. Lamberti gli mostra il progetto dell'inchiesta del prossimo numero.

 

LAMBERTI

Tu devi scrivere solo 20 cartelle sulla situazione a Torre Annunziata. Solo tu puoi darci un quadro significativo della zona.

 

Giancarlo annuisce con soddisfazione. Dalla borsa a tracolla prende una cartellina con dei fogli dattiloscritti.

 

GIANCARLO

Da' un occhiata a questo promemoria. L'ho scritto qualche tempo fa perchè facevo    

fatica a stare dietro a tutte quei clan, boss, famiglie.

 

Lamberti lo legge con attenzione.

 

LAMBERTI

E' buono, molto buono.

 

GIANCARLO

Grazie. Pero' devo rivederlo. Devo aggiornarlo con gli ultimi dati.

Ah ... dimenticavo! A Maggio a Torre ci sono le elezioni comunali. Pero' per il numero di maggio mi sa che non ce la facciamo. Quand'è che va in stampa.

 

LAMBERTI

Fine Aprile.

 

GIANCARLO

Va bene, ti porto il pezzo giovedi' all'Umberto. Ci sei, vero?


 

SCENA XL

NAPOLI. REDAZIONE CRONACA DE IL MATTINO. INTERNO. GIORNO.

 

Giancarlo è raggiante. Entra nella stanza del suo nuovo Caporedattore e si presenta.

 

Il Capo lo accompagna a fare un giro in redazione, presentandogli i suoi nuovi colleghi.

 

La CRONACA è al terzo piano del palazzo del Mattino ed ha un grande Salone con 21 scrivanie. Il Capo gli indica il suo posto di lavoro: una scrivania, un telefono, un tavolino per la macchina da scrivere, la macchina da scrivere: tutte sue. Da non dover dividere più con nessuno.

 

Giancarlo prima di iniziare il suo primo giorno in una “vera” redazione si guarda intorno.

 

(continua) 

 

 

F I N E