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TITOLO ORIGINALE: SBARRE

soggetto originale di Maurizio Fiume

© 1995-2002 Maurizio Fiume

 

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Andrea, un trentenne giovane imprenditore, si sveglia di scatto sul letto a castello di una cella. Lentamente si alza, cercando di ricordare come sia finito lì, sperando solo di essere precipitato in un incubo. L’impatto con il luogo è duro. Si sciacqua ripetutamente il viso.

Nella sua mente si materializzano frammenti dell’arrivo nel carcere: la sala d’attesa, la perquisizione totale, la trattativa sulle cose da portare in cella, le dita inchiostrate.

Andrea si guarda le dita e capisce che quello che sta vivendo è vero.

La cella è un angusto rettangolo. Due letti a castello da un lato e dall’altro qualche scaffale con abiti appesi, una mensa per la tv, un fornellino da campo, il lavabo e il wc alla turca con una tenda da separe’.

In cella ci sono altri due compagni. Gigi, un ragazzo appena ventenne, tossicodipendente, e Pasquale, uno sfasciacarrozze che faceva sparire le auto rubate.

I due sono svegli e lo fissano mentre Andrea familiarizza con la cella. Pasquale si alza e prepara il caffè. Gigi sistema il suo letto e si offre di sistemare quello dell’ultimo arrivato: “Così vedi qual è il modo migliore!”.

Pasquale porge le tazze e comincia a illustrare le regole della cella precisando che solo per il primo giorno lui è esonerato da tutte le attività.

Gigi cerca di capire quali siano le capacità di Andrea utilizzabili in cella e lo invita a metterle a frutto.

 

Si avvicina l’ora per l’incontro con i parenti. Pasquale dà istruzioni ad Andrea su cosa farsi mandare nell’ambito del pacco settimanale da 5 chili concesso e fornisce le generalità sue e di Gigi per farsi mandare il vaglia telegrafico di 140 mila a testa per le spese mensili della cella allo spaccio.

 

Il pranzo è quello fornito dalla mensa ma Pasquale promette per la sera una cena in cella preparata da lui per il nuovo arrivato.

 

Il giorno dopo per Andrea è l’ora della visita medica e del test psicologico. Ritorna in cella e gli vengono affidati i turni per le varie funzioni da espletare.

 

Comincia con la pulizia degli igienici. Si rende conto di quanto la cella sia malmessa e propone ai suoi compagni di spendere il 50% dei vaglia mensili per comprare l’occorrente per sistemar la cella. Pasquale e Gigi decidono di dargli fiducia ma più per farlo sentire utile che altro.

 

Il giorno dopo l’arrivo dei vaglia Andrea fa la lista della spesa e attende con ansia lo Spesino. Lo Spesino legge la lista e guarda prima Andrea e poi gli altri due. “Ma siete proprio convinti di comprare barattoli di vernice invece che di pelati?

 

Finalmente qualche giorno dopo lo Spesino consegna la merce. E’ ora di ammassare in un angolo le cose per sistemare la cella ma in modo tale che la cella continui ad essere vivibile. Pasquale e Gigi inizialmente seguono un po’ controvoglia le indicazioni di Andrea ma poi si lasciano influenzare dal suo entusiasmo e dalla sua smania organizzativa, così lo seguono senza remore.

 

La cella sta assumendo una nuova fisionomia quando arriva il quarto uomo. E’ Amin, un ragazzo senegalese, arrestato per spaccio di droga.

Questa volta tocca ad Andrea prendersi cura del nuovo arrivato e comportarsi con lui così come gli altri avevano fatto con lui il primo giorno.

 

Amin impiega più tempo di Andrea ad inserirsi nella nuova comunità e i lavori in corso certo non lo aiutano. Andrea ha l’idea: gli propone di costruire un canestro per fare un pò di esercizi fisici. Amin è scettico: non gli daranno mai il pallone in cella, e poi lo spazio e poco. Andrea lo stupisce tirando fuori una palla di gommapiuma e spiegandogli che intende creare un sistema di carrucole per tirare su i letti a castello durante il giorno in modo da avere più spazio.

 

Il lavoro nella cella è completato: la cella sembra un nuovo ambiente. Tutti vanno a dormire soddisfatti, aspettando il nuovo giorno.

La mattina seguente, dopo il rituale caffè, vengono sistemati i letti e, poi, tirati su: la cella è ora molto più grande.

Amin tira fuori il suo capolavolo. Il canestro viene issato. Subito cominciano una serie di palleggi.

 

I quattro sono seduti a terra con la schiena appoggiata alla parete: stanchi ma felici.

 

Andrea si alza, prende la palla e riprende a tirarla nel canestro.

Ad ogni canestro, Ettore ripete ad alta voce un’idea, un’invenzione: teorema di Pitagora sesto secolo avanti Cristo, Crotone, bilancia idrostatica, Archimede, Siracusa, sismografo.

Andrea passa la palla a Gigi che, compreso il gioco, continua: Radio, Guglielmo Marconi, Nutella, Michele Ferrero, sessantaquattro ... 

Gigi continua a giocare con la palla, la passa ad Amin che non la afferra e lo colpisce all’addome. La palla rotola e si ferma ai piedi di Pasquale.

 

Amin li guarda stupito. Pasquale si alza dribbla gli altri giocatori e fa canestro: Motore a scoppio ... Al volo Pasquale lancia la palla volteggia in aria e colpisce ancora Amin. Amin la blocca al volo, si alza, la lancia, fa canestro e ride.

F I N E