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Blocco 101

(il sottoscala)

 

soggetto e sceneggiatura

di Maurizio Fiume

sceneggiatura

scritta in collaborazione con

Benedetto Mortola

sviluppata con gli allievi del corso di sceneggiatura

COME SI SCRIVE UN FILM anno 2000-2001 

e scritta con

Mena Paola Ciarmela, Manuela Corrias

 Alberto Devoto, Valeria Lopez

 Stefano Muti, M. Sara Verardi, Raffaella Vono

******************* 

 

1. negozio idee. interno. giorno.

Dall’interno del Negozio di Idee rimbomba il suono concitato, allarmato e minaccioso di un campanello.

RAGAZZO

EUREKA!

Sentiamo l’apertura automatica di un portone, un vociare confuso di slogan e suoni minacciosi che per un attimo invadono il locale e lo stridio di qualcuno che precipitosamente si lascia scivolare sulla rampetta di accesso. La porta si chiude e il vociare sembra subito lontano, anche se sentiamo che sta passando davanti al portone: un ragazzo di colore con la tunica rossa si appallottola ai piedi della rampetta: è spaventato. Occhi grandi, viso contratto, fronte imperlata di sudore e respiro affannoso. Cerca un angolo ai piedi della rampetta dove nascondersi: c’è una libreria ma al posto dei libri, contiene ben pulite ed ordinate decine di scarpe per maschi e femmine, di ogni tipo e ogni colore. Da quella posizione il ragazzo vede, dai lucernai in alto del locale, il fiume di scarponcini verdi della folla scorrere davanti al portone.

Ettore, Andrea ed E. Maria stanno giocando ognuno con ad un gioco diverso (Ettore al gioco dell’oca e usa un bonsai come segna caselle, Andrea sta costruendo un puzzle e E. Maria è alle prese con un presepe ma sembra che sta costruendo un castello di sabbia): lo guardano in silenzio, alle loro spalle un orologio con datario segna le ore 9 del 6 marzo 2020.

Tutti restano immobili per il lungo attimo che i troppi scarponcini verdi scorrono davanti al lucernaio.

Il ragazzo, solo ora osserva le tante scarpe sulla libreria. Guarda le sue scarpe, sorride. Alza gli occhi. Vede i tre ragazzi. Ettore accenna un sorriso. Il ragazzo guarda verso i lucernai. Non scorrono più gli scarponcini. Si arrampica sulla rampetta, sentiamo lo scatto del portone automatico, i suoi passi concitati che si allontanano, il vociare minaccioso che sfuma via e la chiusura del portone che precipita il locale nel silenzio.


 

2. negozio delle idee. interno giorno.

Enrico Maria interrompe il suo gioco, va verso i lucernai: ora solo ogni tanto passa qualche scarponcino verde dal passo cadenzato. Il vociare esterno ora è tranquillo. Tira fuori le “rimbalza palline”.

Enrico maria

Se lo vedevano entrare qui … entravano anche quelli …

Ettore sposta di cinque caselle il bonsai.

ettore

Cosa vuoi dire, dovevamo sbatterlo fuori a farsi massacrare?

Enrico Maria senza interrompere il gioco delle palline.

enrico maria

No, si è solo trovato in mezzo alla gente sbagliata nel momento sbagliato!

Ettore è tutto concetrato nella cura del suo bonsai.

ettore

Lo so cosa vuoi dire che ciascuno, inconsapevolmente, comunque decide il proprio destino. Secondo me non è più così oggi ... forse in passato … Ora è la società che decide tutto

Andrea improvvisamente indovina uno dietro l’altro, tutti i pezzi del puzzle e rapidamente lo completa.

andrea

Forza! Dagli  un po’ una delle tue idee a uno così! Trova una soluzione al razzismo!

Enrico Maria aumentando il ritmo delle palline senza scomporsi ha la soluzione. Sorride, convinto.

enrico maria

Ma è semplice! Bisognerebbe fare come in quel film … che tutti facessero l’amore con tutti … ma per un bel po’… sai come quei passi si muoverebbero (ballerebbero, danzerebbero, giocherebbero ...) …

Andrea ha terminato il puzzle.

andrea

Si! Una grande orgia!

Ettore rivolto più al bonsai che agli amici.

ettore

Già ma valla a raccontare a quelli là fuori che conoscono solo il sesso virtuale!


 

3. NEGOZIO IDEE. INTERNO. GIORNO.

Dai lucernai un paio di scarponcini verdi, più eleganti del solito si dirigono verso il portone d’ingresso. Il passo cadenzato e interrotto da un piccolo salto. Dietro di lui gli scarponcini di una signora con una bambina si fermano, la bambina si strofina le caviglie per tentare di togliersi gli scarponcini. La madre la strattona e riprendono il cammino.

eureka!

Enrico Maria ed Andrea stanno giocando a domino. Ettore sta abbellendo il suo presepe con altri bonsai.

Dalla rampetta si sentono passi cadenzati ma frammentati.

Al bancone si siede su uno sgabello un signore vestito con una sorta di divisa ma elegante. L’uomo si guarda in giro con fare sospettoso. Ettore si avvicina porge un boccale e prende una sorta di bidone e inizia a versa del liquido.

uomo

Mica mi date bibite proibite?

Ettore senza interrompere la mescita, lo guarda diritto negli occhi.

ettore

Qui nulla è proibito. Se non ti piace (non sei d’accordo) perché sei qui?

L’uomo sospira, si sbottona la casacca, si guarda di nuovo intorno: sembra di essere nella tana del bian-coniglio.

uomo

Sono Felice Daddio, il conduttore di SIAMO FELICI DA DIO, ho un problema, solo voi potete aiutarmi. Vi pago bene!

Felice tracanna il boccale ma mentre beve la spalla irrompe e la bibita si rovescia sul bancone. Andrea, interrompe il gioco, si precipita per assorbire velocemente la sostanza che subito corrode il bancone. Enrico Maria recupera il boccale. Ora tutti sono, loro malgrado, intorno a Felice.

felice

Ecco, tutto è cominciato così. Leggevo i consigli per la felicità, quando la spalla ha iniziato. Dapprima sono riuscito a controllarla. Ora è una settimana che non compaio in TV.

Felice si lascia andare. La spalle ora va su e giù a tratti regolari. Andrea ed Enrico Maria scoppiano a ridere ma poi cercano di darsi un tono.

FELICE

Non è finita qui! Tre giorni fa ero sulla filovia e senza sapere come, mi sono trovato al deposito.

ettore

Sai cosa è successo?

FELICE

Ho sognato ad occhi aperti! Ero su una montagna, il paesaggio aveva mille colori e io li respiravo a pieni polmoni! Sono ritornato alla vita solo quando il Sorvegliante mi ha puntato il fucile alla tempia. Poi mi ha riconosciuto e mi lasciato andare. Altrimenti ora sarei in una Casa per RiEducandi!

Andrea è divertita dalla cosa. Si scambia uno sguardo provocatorio con Enrico Maria.

ANDREA

Che vuoi? Finalmente anche gli uomini vengono mandati negli (Ri)Educadati!

Felice prova con la mano destra a bere dal boccale.

FELICE

Ma il vero dramma è successo stanotte! Ho fatto un sogno onirico. Non ne avevo mai avuto uno. A stento ho saputo riconoscerlo. Era bellissimo: passavo da una situazione all’altra senza nessuna logica. Volavo sui tetti poi mi trovavo al mare, così, (schiocca le dita) senza soluzione di continuità.

Gli occhi di Felice sono ora spaventati.

FELICE

Mi sono svegliato e stavo per bb ... baciare mia moglie, la volevo toccare: che schifo (ora è disgustato)!

Felice è ora disgustato dal ricordo.

felice

Non voglio. (gridando) Non voglio ... voi vendete idee, no? Dovete darmi una soluzione!

I tre ragazzi si guardano perplessi.

eureka!


 

4. NEGOZIO INTERNO. POMERIGGIO

Ettore cammina su e giù per il locale inquieto, col capo chino, perso nei suoi pensieri.

Ogni tanto si ferma per qualche istante, guarda in alto, ma poi scuote la testa e riprende a camminare spedito.

Sdraiata sul bancone Andrea si solleva da un lato, lo guarda e sbuffa, scuote la testa anche lei, ma subito dopo sorride e si rimette a leggere un libro vecchio e sdrucito che ha in mano dal titolo “Desiderata”. 

Enrico Maria è di spalle agli altri, davanti a uno specchio, vediamo il suo volto riflesso che fa delle strane smorfie, allungando il labbro superiore verso quello inferiore e strabuzzando un po’ gli occhi.

Ettore si ferma in mezzo alla stanza guarda prima Andrea,  poi Enrico Maria

Dai lucernai vediamo scarponcini tutti verdi, tutti uguali, tutti con lo stesso passo cadenzato, che vanno su e giù per la strada. Un bambino, accompagnato, dalla mamma, ogni tanto si ferma e cerca di togliersi la scarpa, ma la madre glielo impedisce.

Ettore nel frattempo ha preso il posto di Enrico Maria davanti allo specchio e muovendo le braccia a mò di ali imita il volo di un uccello.

ettore

Enrico Maria

Ettore muovendo sempre le braccia davanti allo specchio:

ettore

Andrea scende giù dal bancone si mette alle sue spalle (vediamo la loro immagine riflessa nello specchio) e gli mette un braccio intorno al torace

ettore

Gli sorride e gli da un bacio sulla guancia.

Enrico Maria si è seduto ad uno sgabello del bancone e ride

eureka!

enrico maria

Alessandra è entrata nel locale. E’ una bella ragazza alta e snella, indossa la stessa divisa con scarponcini verdi della folla che circola fuori ..

ALESSANDRA

Enrico Maria, dal bancone, la squadra dalla testa ai piedi, con sguardo ammirato

La ragazza si avvicina con passo elegante, ma incerto, al bancone e si siede di fronte a Enrico Maria.

Ettore e Andrea non possono fare a meno di osservarla.

Alessandra con sguardo basso e voce timida

alessandra

Enrico Maria senza abbassare lo sguardo usa la sua voce suadente

ENRICO MARIA

Posa una mano su quella di Alessandra. Lei, spaventata, la ritrae e se la strofina, come se fosse stata contaminata.

Alle loro spalle Ettore e Andrea si scambiano uno sguardo malizioso, fanno il verso ad Enrico Maria e si mettono a ridere in silenzio.

Enrico Maria si è spostato dietro il Bancone e versa una bevanda calda in una tazza che porge ad Alessandra:

Alessandra le sorride più rilassata e comincia a parlare:

alessandra

Enrico Maria le prende le mani:

enrico maria

Ettore ammiccando verso Andrea alza gli occhi al cielo. Lei gli sorride.

Enrico Maria li ignora:

enrico maria

Alessandra ricambia lo sguardo saluta tutti e va via dal locale.


 

 

(x stefano: verificare se è giusto che gia’ il gioco e’ collettivo?)

5. negozio idee. interno. pomeriggio.

Ettore prende da un cassetto una pallamatta e comincia a lanciarla contro il muro di fronte, facendola rimbalzare e ogni volta che la riprende dice qualcosa:

ettore

D’un tratto lancia la palla ad Andrea che è di fronte a lui e che non si fa sorprendere, prendendo la palla continua il gioco di Ettore

andrea

Andrea lancia la palla a Enrico Maria che scuotendo il capo la rilancia ad Ettore, il quale avanza più velocemente senza interrompere il ritmo:

ettore

Lancia di nuovo la palla ad Enrico Maria che blocca il gioco

enrico maria

Ettore gliela toglie di mano e riprende a palleggiare

ettore

Andrea (continua)

Enrico Maria

Andrea lanciandogli la palla:

andrea

Enrico Maria afferra al volo la palla

enrico maria

Tu-tump: Moka Bialetti, Alfonso Bialetti, millenovecentotrentatre.

E schiaccia la palla verso Ettore, ride

ettore

Ettore lancia la palla ad Andrea che la scaraventa verso il muro, il gioco diventa sempre più veloce.

Sono assolutamente in sintonia. Non parlano più ma ridono e si fanno scherzi, come in una vera partita di pallamano senza regole.

Dai lucernai continua il viavai di persone sempre con gli stessi scarponcini, la stessa cadenza.

Ora quell’incedere sempre uguale contrasta con il movimento vorticoso dei ragazzi.          


 

6. negozio idee. interno. tramonto.

I tre ragazzi giocano tirando la palla verso la parete alla quale è appeso un quadro. Presi dal loro gioco non si accorgono dell’entrata di Felice che va verso uno dei tavoli alle loro spalle.

Felice afferra una sedia, la sposta, si siede.

La sua spalla continua a tremare e questo gli rende difficile anche posare sul tavolo i suoi giornali.

I tre ragazzi continuano a giocare.

La palla colpisce il muro vicino al quadro.

Ettore lancia la palla.

La palla colpisce il quadro che oscilla senza cadere. Rimbalza e va ad infilarsi sotto il bancone.

E.Maria si muove verso il bancone. Prende la palla, si alza guarda verso i compagni e lanciando la palla ad Ettore.

Enrico Maria

Ettore prende la palla e sorridendo.

Ettore

Felice sfoglia svogliatamente uno dei MENU.

Andrea dopo aver osservato per un istante i due compagni, si muove verso Ettore. Le sue mani  afferrano la palla ancora in quelle di Ettore.

Andrea per strappare ad Ettore la palla lo fa ruotare su se stesso e una volta conquistata si avvia palleggiando verso il tavolo di Felice.

Felice non distoglie il suo sguardo dai MENU mentre la sua spalla continua a tremare.

Andrea rivolgendosi a Felice che non lo degna di uno sguardo.

Andrea

Felice smette di sfogliare i MENU ed alza lo sguardo verso Andrea.

Andrea

Felice poggia sul tavolo i MENU. Andrea si volta verso Ettore e gli lancia la palla.

Ettore a sua volta la lancia verso Felice che non reagisce. La palla colpisce l’addome di Felice. Il suo volto si contrae in una smorfia di dolore, senza emettere alcun suono.

La palla cade e rimbalzando si ferma ai piedi di Andrea.

Andrea raccoglie la palla e palleggiando fa un giro della stanza mentre gli altri la osservano immobili, si blocca e passa la palla ad E. Maria.

Mentre i ragazzi giocano.

I ragazzi si voltano verso la porta.

Il ragazzo nero è fermo davanti alla porta. Ha dei pattini ai piedi.

I ragazzi lo guardano.

Lui si precipita giù dalla rampa. Si dirige verso uno dei tavoli, lancia sul tavolo i falafelas, si fionda verso Andrea che gli tira la palla.

Il nero fa due o tre piroette su se stesso poi passa la palla ad E. Maria.

E. Maria fa uno scatto in avanti e lancia la palla in direzione di Felice dicendogli.

Enrico Maria

Felice attratto dal grido si volta verso E.Maria, afferra la palla al volo; la guarda.

I tre rimangono immobili. La spalla di Felice cessa di tremare per qualche istante; poi riprende. Felice tiene stretta la palla tra le mani; un altro istante e la passa ad Ettore. Che a sua volta  la passa ad E. Maria.

Le mani di E. Maria fanno rimbalzare la palla ripetutamente.

Alessandra che arriva  alle sue spalle, gli toglie la palla, si porta al centro del gruppo, fa qualche passo di danza e passa la palla ad Ettore.

Mentre gli altri giocano Felice si alza. Si avvicina al gruppo e con uno scatto improvviso intercetta un passaggio. La sua spalla ha smesso definitivamente di tremare.

I ragazzi lo guardano.

Felice inizia a dribblare tutti palleggiando; si ferma. Fa un gesto d’intesa con la testa  alla  “squadra”. Lancia la palla verso il vetro del lucernario.

La palla colpisce il vetro colorato che va in frantumi. Finisce per strada  scomparendo tra le decine di scarponcini verdi, tutti uguali dal passo cadenzato.

 

La  “squadra” reagisce con un urlo da stadio. I piedi di un ragazzino si impossessano della palla, dribblano alcuni scarponcini,  sono ostacolati da altri ma alla fine rilanciano la palla nel locale.

FINE